QUANDO TI GUARDI ALLO SPECCHIO E NON TI RICONOSCI PIÙ
Doveva arrivare l’anno in cui ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. E peggio ancora, guardi gli altri e non li riconosci più. Perché il tempo passa velocissimo, ma difficilmente ce ne accorgiamo. Soprattutto chi lascia il proprio paese e va via da giovane, conserva sempre l’impressione di aver lasciato tutto fermo, inossidabile negli anni. Una cartolina che non sbiadisce di tetti e cielo azzurro. Ma poi arriva il giorno che ti guardi e non ti riconosci: e così il tuo vecchio cane non salta più, non ha la forza. Il gatto ha perso qualche dente, i tuoi coetanei hanno figli e capelli bianchi, la famiglia, i genitori sono spietatamente “dei vecchi”, come dice un bambino di passaggio. Una foto di 18 anni prima ti dà la definitiva certezza che quel che era non è più. Sono passati gli anni, la vita addosso, i dolori (molti), le gioie (rarefatte) e così non ti riconosci più. Le occhiaie, le grinze, quel maglione che non hai il coraggio di buttare. Luci basse e freddo, nessuno per strada e anche la cartolina sbiadisce. È arrivato quell’anno per me. Che strano, correvo dalla parte opposta e non lo avevo visto arrivare.
