NEL TEVERE LA BARRIERA ANTI RIFIUTI. UN SUCCESSO

NEL TEVERE LA BARRIERA ANTI RIFIUTI. UN SUCCESSO

L’ambiente, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, tutti argomenti di cui non si fa altro che discutere e che paiono ancora distanti dall’aver trovato una soluzione. Eppure qualcosa tutti potremmo fare, anche se in ritardo, anche se distratti ed attenti solo quando a non dover cambiare abitudini e ritmi di vita sono gli altri e mai noi. Ecco per prima cosa, dovremmo cambiare noi, smettendola di inquinare, di produrre montagne, mari, fiumi di rifiuti che non vengono gettati nei luoghi preposti ma proprio in quei fiumi, in quei mari che tanto sosteniamo di amare, a parole certo, ma a fatti? Qualcuno non si limita a guardare questo spettacolo increscioso ed ha iniziato a darsi da fare. Tra tutti citiamo la sperimentazione avvenuta nelle acque del Tevere. Iniziata a fine Ottobre e da poco conclusa, ha permesso di raccogliere in 4 settimane 460 chili di plastica e rifiuti inquinanti che permanendo nel fiume sarebbero probabilmente arrivati al mare. Si tratta di un sistema di intercettazione dei rifiuti realizzato da Castalia Operations srl, la stessa società che ha installato negli scorsi mesi gli stessi sistemi di raccolta rifiuti sul Po. Il meccanismo è composto da due barriere in polietilene, lunghe rispettivamente 4 e 6 metri, che ricoprendo circa il 40% della larghezza del fiume,bloccano i rifiuti galleggianti e li accumulano in un’area specifica dalla quale vengono raccolti con uscite programmate da parte di tecnici specializzati. Il materiale di scarto raccolto viene inviato alla società Loas Italia, che per conto del consorzio Corepla, ha il compito di recuperare le plastica e smaltire i rifiuti. In sole quattro settimane i rifiuti raccolti sono stati mezza tonnellata, di cui attraverso successive analisi si è visto che quasi il 50% di questo materiale inquinante era plastica. Indubbiamente una prima sperimentazione che si è conclusa positivamente e che permette di guardare al futuro. Si pensa infatti a quale potrebbe essere il successivo posizionamento di queste barriere anti-plastica e si parla di allungare la sperimentazione di alcuni mesi, di spostare le barriere posizionandole in centro città. Non solo, si può replicare la sperimentazione anche sul fiume Aniene. Il posizionamento delle reti, inserite ai lati del fiume, ha permesso di recuperare oltre alla plastica, anche molti altri tipi di inquinanti, gettatiincivilmente nel corso d’acqua. A fare capolino in queste reti sono stati infatti anche : palloni, capi d’abbigliamento, sedie, sdraio seggiolini per bambini. Questo materiale poco ha a che fare con la natura, ma molto invece con i “sensibili” dell’ultimo momento, quelli che condannano, si indignano ma guai a raggiungere una discarica autorizzata per liberarsi di rifiuti ingombranti e non più utilizzati. Questo materiale, sarebbe rimasto ad inquinare il fiume, o ancora peggio, sarebbe finito in mare degradandosi nell’acqua. Quasi come se la cosa non ci riguardasse, quasi come se ci fosse una gara al peggioramento piuttosto che al rispetto per la vita. La plastica infatti è uno dei grandi problemi dell’ inquinamento per i fiumi e mari. Oltre a distruggere flora e fauna marina e ad a uccidere uccelli pesci che spesso vi restano impigliati e finiscono per confonderla con il cibo.Degradandosi infatti, la plastica rilascia microparticelle che vengono ingerite dagli animali marini e terminano spesso la loro “corsa” sulle nostre tavole. Bellissime confezioni colorate che non vengono riutilizzate, ma poco elegantemente distribuite a casaccio nell’ambiente. Studi psicologici che riguardano il condizionamento, a partire dalla disposizione dei prodotti in vendita sugli scaffali, per approdare nei colori che catturano maggiormente la nostra attenzione. Un esercito di lobotomizzati che sceglie prodotti in base all’estetica, alla pubblicità ben studiata e non più in base al reale bisogno, alla qualità del prodotto stesso, ma la maggior parte delle volte lo fa per appagare la curiosità per qualcosa di cui tutti parlano in quel dato momento e di cui pare non poter più fare a meno. Siamo diventati questo, frettolosi nelle valutazioni e lamentosi per conseguenze che noi stessi creiamo. Abbiamo messo in moto catene di interessi dalle maglie sempre più serrate, senza renderci conto di quanto poco si è pensato alle conseguenze che queste disattenzioni potevano comportare. Ben vengano iniziative come questa da prendere come esempio, da imitare, da utilizzare affinché si torni a rispettare l’ambiente ed a prendersene realmente cura. Speriamo che presto possano essere inserite in modo stabile e non solo sperimentale nei principali corsi d’acqua italiani, ma speriamo anche che cambi la mentalità delle persone, che si torni ad utilizzare la sensibilità, che si smetta di spendere energie denigrando chi ci fa riflettere sui pessimi scenari futuri che se continuiamo così non riusciremo neanche a vedere.