I LIBRI DI GIAMPAOLO PANSA NELLA MIA FORMAZIONE DI LETTORE

I LIBRI DI GIAMPAOLO PANSA NELLA MIA FORMAZIONE DI LETTORE

CHI ERO IO PER CRITICARE GIAMPAOLO PANSA “Comprati e venduti” di Giampaolo Pansa, libro con una bellissima copertina disegnata da Tullio Pericoli nel quale racconta il rapporto tra giornali trattati come merce da politica ed economia è sicuramente uno dei libri più significativi sui quali ho avuto la fortuna d’inciampare. Altrettanto utili “L’intrigo” dove narra l’assalto di Berlusconi alla Mondadori e quindi a Repubblica, quotidiano dove ha lavorato e condiretto. E “Il Regime” nel quale con trent’anni d’anticipo vede dove porterà il disastro dei partiti: a una repubblica autoritaria (ore la chiamano democratura) in mano a poche persone. Giampaolo Pansa con Pintor, Scalfari, Biagi, Montanelli, Bocca, Ronchey, Brera è stato uno dei grandi giornalisti italiani del dopoguerra. Quando ha preso una strada diversa ho smesso di leggerlo, credo di non aver mai detto una parola contro di lui. Troppo significativo è stato nella mia formazione di lettore di giornali. E poi chi ero io per poterlo criticare? Giorgio Bocca da collega, grande giornalista e Partigiano poteva farlo e lo ha fatto, immagino al punto di toglierli la parola. Oggi io penso che Pansa è stato un uomo che ha subito il più gran torto che si possa subire: sopravvivere alla morte d’un figlio.