SALVINI È RAZZISTA.NON LO DICONO I GIORNALISTI COMUNISTI. L’HA SANCITO UN GIUDICE

Dal processo per vilipendio alla magistratura che si è aperto a Torino emerge un “precedente” di Matteo Salvini sfuggito alle cronache, con un decreto penale emesso da un giudice di Bergamo che condannò l’attuale leader del Carroccio al pagamento di una pena pecuniaria di 5.700 euro per un coro razzista contro i napoletani. I fatti risalgono al 13 giugno del 2009, il popolo del Carroccio è in festa a Pontida. Salvini, 36 anni, allora deputato alla Camera, parlamentare europeo e capogruppo della Lega Nord al comune di Milano è quello in maglietta con una media bionda in mano sulla sinistra. I fan gli fanno il coro personale di benvenuto – “È Matteo capogruppo, è Matteo capogruppo…”. E lui non ci pensa un attimo, leva il boccale, e lancia il coro: “Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani…”. Altra levata di bicchiere: “O colerosi, terremotati… Con il sapone non si sono mai lavati…”. Intorno tutti cantano infervorati e contenti, il filmato fa il giro del web e delle Tv. Salvini è un razzista, non lo dicono i giornalisti comunisti, l’ha sancito un giudice. E non ha nemmeno il coraggio di riconoscerlo. Perché funziona così: non tutti i vigliacchi sono razzisti ma tutti i razzisti sono vigliacchi.