FIGLI DI MIGRANTI E FIGLI DI INDIGENI IN UNA SCUOLA A ROMA

Mi fanno sorridere tristemente quelli che si scandalizzano per la scuola romana che “separa” nei suoi due plessi i figli della Roma “bene” e la prole della pleb.e. Mi fanno sorridere perché sono quelli che cadono dal pero quando gli si dimostra che ci sono percorsi di iscrizione differenziati tra classi e classi della stessa scuola per studenti dai genitori “indigeni” e dai genitori immigrati. Quello che spaventa è che ciò sia scritto nero su bianco, perché e solo perché così si smonta il giocattolino. Se solo si fosse evitato di scriverlo si sarebbe potuti andare avanti per l’eternità in silenzio e senza scandali. Questa gente mi ricorda i pariolini che fanno i compagni e assumono tate o badanti che vivono nelle baraccopoli lungo l’Aniene, fingendo di non sapere da dove arrivano ogni mattina e dove tornano ogni sera. Ve li meritate, i canti dell’Olgiata di Guzzanti e soci: ve li meritate tutti.