ODIARE LE SARDINE TI COSTA

“La Bestia” si è trasformata in un cucciolo spaventato ed è scappata con la coda tra le gambe. Facciamo un passo indietro: Salvini scrive ovunque, sui suoi social, che la presenza ad una manifestazione delle sardine di Silvia Benaglia, assessora del comune di Pianoro, sia “la prova” del fatto che “se gratti la sardina, trovi la piddina”.Tutto ciò pubblicando la sua foto, mettendole in bocca delle parole che non aveva mai detto e dandola in pasto al branco di scimmie urlatrici che lo seguono, ottenendo il prevedibile effetto di sottoporla ad ogni sorta di minaccia e di insulto sessista immaginabile. Tra l’altro, si dà il caso che Silvia non fosse neanche iscritta al PD.Ma questo, ovviamente, a Salvini non interessava, quello che voleva fare era solo ribadire per l’ennesima volta che le sue tanto odiate sardine altro non sono che una diretta emanazione del Partito Democratico. A questo punto che succede?Succede che l’avvocata Cathy La Torre, con la quale abbiamo parlato oggi su Radio Rock assieme ad Emilio Pappagallo, fa causa a Salvini tramite Odiare ti costa. E stavolta, per la prima volta in assoluto, “la Bestia” scappa.Cancella tutto, ma proprio tutto, di questa storia dai social network di Salvini e da ogni altro account riconducibile a lui o alla Lega.Compreso quello della candidata Borgonzoni. Proprio come un cucciolo colto a fare la pipì sul tappeto del salone. Ed è importante che sia successo. Perché questo sancisce, finalmente, il sacrosanto principio per cui non tutto è permesso, neanche se sei un gradasso con 4 milioni di follower che ama bullizzare le persone, specialmente quelle che non possono difendersi.Sancisce che, in uno Stato di diritto, la violenza, le calunnie, il fango gettato costantemente addosso agli avversari politici, non sono mezzi leciti.Neanche se ti travesti da poliziotto, da pompiere, da paracadutista o da Godzilla. E sarà bene che il cucciolo padano lo tenga a mente, in futuro.