LA CRAVATTA DI GIGGINO

Di Maio ha chiuso ieri il suo discorso d’addio togliendosi quella cravatta, sempre anonima striminzita e male annodata, che aveva indossato in tutte le sue pubbliche apparizioni.Un gesto simbolico da leggere con attenzione. Di tutti gli accessori maschili la cravatta è certamente il più inutile, non tiene caldo d’inverno e d’estate è una tortura eppure in certi ambienti professionali ha una funzione insostituibile. La cravatta è il più chiaro dei messaggi non verbali che si possono lanciare a chi ti osserva, indossarla significa“Io seguo le regole, di me ti puoi fidare”.Messaggio opposto ampiamente verificato sono stati i maglioncini di Marchionne, e segno di narcisismo patologico le varianti con farfallini o nodi e disegni troppo vistosi. Leggo in quel gesto ostentato e teatrale la perfetta conclusione di un discorso tutto improntato sulla fiducia tradita, Di Maio sembra aver detto“Non fidatevi più, mi avete fatto a pezzi e ora tocca a me”. Se non mi sbaglio ne vedremo delle belle.