LA PAURA DEI NUOVI VIRUS E LA DIFFIDENZA PER GLI STRANIERI
La paura/fobia dei nuovi virus è da sempre strettamente collegata alla diffidenza/paura dello straniero.È un vecchio rito umano quello di “ungere” i diversi per preservarsi.Nei tempi dell’Aids (che comunque è ancora vivo) era rassicurante sentirsi al sicuro perché eterosessuali e esenti da droghe. E in qualche modo era conseguente immaginare una sorta di punizione divina- come è sempre stato – per i diversi. Il meccanismo è simile per gli stranieri.La città è al sicuro dentro le sue mura e perciò salva.È quello che proclama Trump con i suoi muri e le famiglie messicane separate a forza alle frontiere.È quello che alimenta psicologicamente i sovranismi esplosi in tutto il mondo dopo l’11 settembre.Se stranieri e diversi restano fuori, tutto andrà bene. O comunque meglio.La storia dell’umanità però, come scrisse Jared Diamond, non l’hanno fatta solo le armi e l’acciaio, ma anche le malattie.La circolazione delle malattie tra stirpi diverse ha enormemente rafforzato la razza umana.Mentre comunità chiuse, “protette”, racchiuse, si sono rapidamente indebolite e alla fine estinte.Un mondo di muri e di recinti dove tutti si sentono altri da altri, migliori, diversi, separati, “al sicuro”, o peggio ancora predestinati, è un mondo che assomiglia molto all’inferno.
