ROMA È LA SECONDA CITTÀ AL MONDO PER LE CONDIZIONI DEL TRAFFICO

La città di Roma ha un nuovo primato: è la seconda peggiore città del mondo per le condizioni del traffico. Così mi hanno ordinato di chiedere a Carlo Verdone che cosa ne pensi. “La città di Roma è sempre quella di Fellini: la città degli ingorghi apocalittici, nella quale il tempo si ferma, le persone si ritrovano bloccate come per l’eternità, turisti, ecclesiastici, stranieri di ogni etnia… Siamo sempre rimasti a quell’Apocalisse lì”, dice Carlo Verdone. Lui, di Roma, è un po’ il simbolo, il sacerdote, il custode dell’amore incondizionato, intenerito, ma anche ferito per una città bellissima e caotica. “In un mio film, ‘Gallo cedrone’, immagino che il protagonista, Armando Feroci, tenga un comizio applauditissimo, nel quale sogna di asfaltare tutto il corso del Tevere. E pronuncia una frase che in quel momento sembra mitica: ‘Così, finalmente, se score!’. E c’è persino qualche pazzo che lo appoggia, entusiasticamente”. Ma, a parte asfaltare il Tevere, non c’è una soluzione per il traffico a Roma?“Roma è una città con una serie di problemi insiti nella struttura stessa della città. Che non ha le strade larghe come Berlino, come Parigi, come Londra: i lungotevere sono stretti! E non si potranno mai allargare. Tranne piazza Venezia, piazza del Popolo e piazza della Repubblica, che noi conosciamo come piazza Esedra, non ci sono spazi larghi per il traffico, e non potranno essercene mai”. E allora come è possibile immaginare un futuro più sereno per Roma?“La soluzione sarebbe una metropolitana moderna, funzionale. Ma è tutto il contrario di quello che abbiamo oggi: appena piove, la metropolitana si allaga. Delle scale mobili che si bloccano abbiamo parlato molto. Occorrerebbe lavorarci molto, ma dove scaviamo, sotto il greto del fiume? E poi occorrerebbero dei buoni trasporti pubblici in superficie: ma come sappiamo, ogni tanto si incendia un autobus…”. Lei come circola?“Quando posso, in scooter. Altrimenti è un inferno. Perché Roma è ancora oggi il punto di arrivo di centinaia di migliaia di persone, e non ha una struttura urbanistica adatta. Trastevere è un suk come conformazione delle strade, se non hai uno scooter e non sei disposto a rischiare la vita passi metà dell’esistenza bloccato”. La riconoscono, quando va in scooter?“Tempo fa ero fermo a un semaforo, pieno di fretta come sempre. Un ragazzo, alla mia sinistra, mi guarda insistentemente. Io accenno un sorriso, per educazione. Lui allora prende coraggio e mi dice: ‘A Ca’, te devo ringrazia’. Hai dato un soriso a un’esistenza de m…!’. Ha dato gas, mi ha mandato un bacio al volo e se n’è andato. A volte vale la pena anche rimanere bloccati a un semaforo”.