IL PASSAGGIO D’ENEA (PER FRANCESCO BRUNI)

Mi ricapita sotto gli occhi, sfogliando “La Lettura”, una poesia di Giorgio Caproni scritta nel 1954 e da me dimenticata. Ieri ricorreva il trentennale della morte del poeta livornese, scomparso il 22 gennaio del 1990. Peccato averlo mancato, in questo clima di celebrazioni. Il componimento rientra in un ciclo di versi dedicati a Enea, ora raccolti nel volumetto “Il mio Enea” a cura di Filomena Giannotti, Garzanti, 20 euro. Dedico volentieri la poesia a Francesco Bruni, regista e sceneggiatore, anche se di sicuro la conoscerà. Uno, perché è un labronico sceso a Roma, proprio come Caproni; due, perché nel suo film “Scialla!” si parla di Enea, di quell’immagine così potente e simbolica: l’eroe con il padre Anchise sulle spalle e per mano il figlioletto Ascanio. 1. DidascaliaFu in una casa rossa:la Casa Cantoniera.Mi ci trovai una seradi tenebra, e pareva scossala mente da un transitarecontinuo, come il mare. Sentivo foglie secche,nel buio, scricchiolare.Attraversando le stecchedelle persiane, del mareavevano la luminescenzascheletri di luci, rare. Erano lampi errantid’ammotorati viandanti.Frusciavano in me l’idea