“GENOCIDIO IN LIBIA” UN LIBRO IMPORTANTE DI ERIC SALERNO
Le atrocità iniziate nel 1911 in Libia ad opera degli italiani diventano ancora più pesanti, orribili, massicce nel gennaio del 1929, quando il maresciallo Badoglio assume il governo di entrambe le colonie libiche.Stragi, uso di gas contro le popolazioni, impiccagioni, torture, gente indifesa di ogni età cacciata a forza dalla propria casa, trascinata a botte in marce estenuanti e rinchiusa in accampamenti a morire di fame, stenti, malattie, sporcizia, mancanza d’aria. La “Terra promessa”, l’epopea, il colonialismo spacciato per una “naturale” e pacifica espansione in territori che erano già stati romani, insomma quasi un ritorno a casa, salutato dalle popolazioni con gioia: propaganda, indegne menzogne. Solo tra il 1911 e il 1924 la Cirenaica aveva perso quasi due terzi dei suoi abitanti: da 300mila e 180mila. E col fascismo, soprattutto con Badoglio, fu attuata una quotidiana politica del terrore, di cui in Italia si seppe poco o nulla.«Genocidio in Libia», diEric Salerno(ed. Manifestolibri) è un libro importante, imprescindibile. Ripubblicato dopo anni (la prima edizione è del 1979) con un aggiornamento che riguarda l’oggi, è stato realizzato attraverso la ricerca di documenti mai visti prima e testimonianze di sopravvissuti. Dalla guerra alla Turchia e il bombardamento di Tripoli del 1911 fino ai centri di detenzione libici finanziati dalla comunità internazionale, passando per Gheddafi, D’Alema, Berlusconi, Minniti, Salvini.È ora di studiare. Niente come lo studio della storia raccontata sulla base di fonti e fatti può aiutarci a capire, darci un orientamento serio in questo mondo di urlatori e bugiardi.
