UN RICORDO ABBASTANZA ALLEGRO

Avrò avuto cinque anni o forse sei, ma questo dettaglio forse non è poi così fondamentale per quello che vi sto per raccontare.Era un pomeriggio invernale, c’era un gran nebbione e con mio padre salimmo su un autobus in direzione Parco Nord.Un viaggio lunghissimo, faceva freddo e c’era la nebbia. Molta.Arrivati a destinazione mi trovai di fronte un tendone enorme e la scritta LE MILLE E UNA NOTTE – CIRCO. Su una locandina c’era il classico pelato con le babbucce, il turbante e il pizzetto a punta, quello che nell’immaginario collettivo è il genio della lampada (e infatti c’era anche la lampada).Entrammo in silenzio nel tendone, faceva un freddo cane. Seguì uno spettacolo triste come solo gli spettacoli da circo lo sanno essere, in background una gran puzza di merda. Però di elefante e infatti c’erano gli elefanti che correvano in tondo e appoggiavano i piedi sulle donne seminude, ma senza schiacciarle. Il loro numero consisteva in quello, il controllo del piede.E poi c’erano i pagliacci, uno più triste dell’altro e qualche bambino si spaventò tantissimo, più che con la tigre o col leone, non ricordo bene.Dopo due ore di quello strazio ci accomodammo verso l’uscita. Sui gradini un nano vendeva quello che adesso chiamiamo MERCIANDSISING del circo, principalmente delle bandierine di plastica e amianto.Non ero mai stato al circo, non avevo mai visto un nano dal vivo. Lo fissai a lungo con terrore e la cosa che più mi colpì fu una sola: il nano era più alto di me. Ci rimasi malissimo.Tornammo a casa in autobus.Era buio, c’era la nebbia.Molta.Anni di merda… veramente. P.s. Saremo stati in venti a vedere quello spettacolo penoso, probabilmente era un mercoledì pomeriggio del 1973 o del 1974.