COME PRIMA, PIÙ DI PRIMA. DELLA CONFERENZA MULTINAZIONALE SULLA LIBIA A BERLINO
Gli attori hanno recitato il copione dell’accordo, poi – tornati a casa – hanno riaperto le loro agende muovendosi in libertà.Ieri, il presidente francese Macron ha accusato Ankara di trasferire, via mare, guerriglieri a Tripoli, affermazione accompagnata da notizie che segnalano la presenza di diverse navi da guerra turche lungo le coste libiche. Una di queste, la fregata Gaziantep, ha intercettato un gommone di migranti ed ha consegnato le persone che erano a bordo alle autorità. Gli Emirati continuano invece il ponte aereo che sta trasferendo armi e materiale nelle basi del generale Haftar in Cirenaica: voli tracciati dagli appassionati di aeronautica. L’Egitto – altro sponsor dell’uomo forte di Bengasi – ha da poco concluso manovre aeronavali, un evidente messaggio al rivale Erdogan. Altre informazioni indicano l’arrivo di altri mercenari dal Sudan, ingaggiati per partecipare agli scontri. Nel Fezzan un commando ha attaccato un posto di controllo, azione attribuita ai mujaheddin dello Stato Islamico. E questo è solo l’emerso, poi c’è quello che non sappiamo.Così ogni protagonista denuncia le violazioni dei concorrenti, ignora – con faccia tosta – i propri «peccati», tiene un piede nella diplomazia e l’altro nei rifornimenti bellici perché teme di perdere posizioni. E la crisi sul nostro fianco sud continua. Da La prima ora di corsera
