LA COMUNIONE DEGLI AFFETTI NEL “DIVIN CADAVERE” DI DOMENICO ALFANI
“Il carattere del Divin Cadavere è molto elegante, e nobile; è bello il composto, ed è ben sciolto, le attitudini sono espressive. Il gusto è misto dell’ideale, e del naturale” così nel 1784 scrive l’Orsini nella sua “Guida al Forestiere, per l’Augusta Città di Perugia” dimostrando d’aver catturato tutte le qualità della lunetta con l’esposizione del corpo di Cristo di Domenico Alfani. Quando l’Orsini scriveva queste parole l’opera di Domenico Alfani si trovava nella chiesa di Santa Maria Nuova mentre è sconosciuta la sua collocazione originaria. Attualmente è allaGalleria nazionale dell’Umbriaed è uno di quei dipinti che seppur sconosciuto ai più attraggono l’attenzione: molto bello il corpo diafano di Cristo addirittura superlativo nella resa delle gambe e dei piedi sorretti dalla Maddalena; i colori bianco, rosso e verde dei vestiti delle due donne a destra inducono a pensare a una commissione o un omaggio ai Baglioni mentre la forma a mezzaluna fa ritenere fosse il coronamento d’una perduta pala. L’autore non solo è ricordato per il suo stretto rapporto con Raffaello; viene anche accostato ad Andrea del Sarto sulla cui opera ha sicuramente meditato e a Fra’ Bartolomeo come nel caso di questa lunetta dove effettivamente emerge un’adesione alla maniera fiorentina. Guardandola, però, viene il sospetto che l’Alfani con il pensiero sia andato più indietro nel tempo, la Madonna ricorda quella dipinta dal Perugino nel Gonfalone della Pietà del Farneto, mentre il gesto con il quale regge il braccio del Figlio è identico a quello nella Pietà di Palazzo Pitti dello stesso Vannucci. Ma a rievocare l’intima comunione degli affetti che si nota nei lavori più riusciti del maestro di Città della Pieve è il dolore trattenuto della Madonna, delle due donne e san Giovanni. Invita alla contemplazione e a riflettere sul senso profondo della morte di Gesù, così come l’indovinata disposizione mistica dei personaggi, la compassione non plateale che li sostiene, l’intreccio psicologico tra i loro sentimenti richiama alla memoria i toni dolci e pensosi presenti nelle opere del Perugino. Mentre l’insieme fa pensare che non ci si trovi davanti a una Pietà, ma all’Esposizione del corpo di Cristo alla preghiera dei fedeli e dei personaggi dipinti.
