EPIDEMIA DI MASSA?

EPIDEMIA DI MASSA?

Ho un dubbio riguardo al coronavirus. Nasce dalla sproporzione che c’è fra l’allarme e i numeri, almeno quelli che vengono comunicati giornoper giorno. Non voglio dire che il virus cinese non sia pericoloso, sono il primo a essere allarmato. Ma la perplessità nasce dalla risonanza che sta avendo l’epidemia che rischia di creare una vera psicosi collettiva. I giornali fanno grandi titoli, i telegiornali lanciano ampi servizi, il mondo politico si mobilità annunciando cordoni sanitari e campagne di massa. C’è chi ha usato definizioni tipo la «peste moderna». Sono arrivato così a questa conclusione: o il problema è molto più grave di come viene descritto e ha già fatto danni ben maggiori rispetto a quanto è accaduto oppure bisogna prendere con le molle quello che accade, sapendo che in molti avrebbero da guadagnare. I politici che, se l’epidemia si risolvesse senza guasti, potrebbero dire che sono stati bravi ad arginarla. I giornali che, comunque, ci hanno campato e più si alza l’allarme più copie vendono. I talk televisivi che hanno finalmente un argomento diverso da trattare del solito tran tran della politica. L’industria sanitaria che su ogni allarme che riguarda la salute ci guadagna (del resto è il suo mestiere). Tanto per chiarezza, avverto che non appartengo alla congrega di quelli che dicono che i vaccini non servono, che gli antibiotici fanno male (l’abuso si, però), che l’uomo non è mai sbarcato sulla luna.