MENGELE, “L’ANGELO DELLA MORTE” UN RICERCATORE? NO, SOLO UN SADICO ASSASSINO

“La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo”, sono parole di Primo Levi con le quali risponde a chi gli chiede se è possibile che si ripeta ciò che è accaduto nel secolo scorso: “la Shoah”. E quanto rispecchiano, queste parole, la realtà che ci circonda! Ce ne accorgiamo a sentire le continue ed odiose discriminazioni contro chiunque sia considerato “diverso”, guardato pericolosamente come un nemico da debellare con disprezzo, con odio. E si utilizza qualsiasi argomento in pratica per giustificare, se non negare del tutto, ciò che è accaduto a quel tempo e che potrebbe ripetersi. E’ il caso di un articolo apparso sul “Il Foglio” a firma del direttore che parla di Mengele, “l’angelo della morte”, un terribile assassino ricercato per anni per i sui crimini colpe, per i suoi esperimenti che questo articolo guarda con “interesse” scientifico quando di scientifico non ha nulla. Considerare scienziato, o ricercatore, colui che è ritenuto da tutti un assassino, un torturatore, un sadico è quanto mai assurdo, quanto mai sbagliato travisando una verità inconfutabile sugli “esperimenti”, crudeli per come si sono eseguiti, che non avevano nessuna rilevanza scientifica, così come ha dimostrato un cardiologo americano in un articolo nel 1990, così come riporta il Dott. Gilberto Corbellini, docente di Storia della Medicina Biomedica, in un programma di Rai Tre, “La Grande Storia”. Uno di questi esperimenti riguardava l’ipotermia, prigionieri venivano immersi in acqua ghiacciata per verificare quanto tempo impiegavano a morire. In un altro si misurava la capacità di uomini a sopportare la pressione atmosferica, le cavie ovviamente morivano tra atroci sofferenze. Ma chi era Mengele? Laureato in Antropologia all’università Ludwig Maximilan e in Medicina a quella Goethe di Francoforte divenne medico delle SS e inviato al fronte si “distinse” subito nel decidere la vita e o la morte di soldati feriti, stabiliva cioè chi valeva la pena salvare e chi invece lasciar morire. In seguito, nel 1943 il suo mentore, il dott. Otmar Freiherr von Verschuer, capo dell’ufficio genetico del Terzo Reich, lo convinse a ritornare alla ricerca spingendolo verso Auschwitz, per lui un enorme riserva di cavie, un vero e proprio “paradiso della ricerca”. E in quel “paradiso” il dott. Mengele diede il “meglio” di se: come inoculare germi patogeni di malattie terribili su pazienti sani per studiarne le reazioni. Far abortire le donne gravide per poi spedire a Berlino, dal suo mentore, i feti a scopo di ricerca. Le sue particolari “attenzioni” furono rivolte ai bambini, in particolare gemelli, che soffrirono delle più atroci torture, come quella del prelievo totale di sangue e quando i bimbi cadevano esausti e dissanguati venivano finiti. Una volta, racconta un testimone oculare, cucì due gemelli per la schiena, attaccandoli l’uno all’altro come due siamesi, i bimbi morirono dopo atroci sofferenze. Eseguiva prelievi di organi, apriva crani su corpi ancora in vita. Aveva inoltre il compito, all’arrivo dei prigionieri, di stabilire chi doveva vivere e chi era destinato di li a poco alle camere a gas. Tutto questo è documentato, tutto questo ha perseguitato Mengele per tutto il resto della sua vita, costretto a fuggire per non pagare i suoi crimini. Chi lo ha conosciuto lo ha descritto come un uomo in costante preoccupazione di essere catturato, la sua morte risale al 1979 in Brasile mentre nuotava colpito da infarto. Riuscì sempre a scappare con la copertura di chi di nazisti ne ha fatti scappare tanti, la famigerata ODESSA. Ospitato in paesi dove i governi erano totalitari e/o retti da personaggi vicini alle ideologie nazifasciste. E’ quindi quanto mai inopportuno e pericoloso contestualizzare eventi tragici, come questo che ha provocato dolore e morte, in un’epoca poi come quella attuale dove si tende a minimizzare, se non negare addirittura, l’esistenza della Shoah, i dati dell’Eurispes che indica un aumento notevole di negazionisti lo confermano; in un’epoca dove i rigurgiti del nazifascismo attaccano di continuo la società civile. Sarebbe forse meglio informare in modo completo su certi fatti auspicando che tutto ciò non si verifichi mai più e che certi individui vengano banditi dal consesso civile, ove mai se ne ripresentassero.