BUONGIORNO UN CORNO!, MARTEDI’ 4, NIENTE DA DICHIARARE …

BUONGIORNO UN CORNO!, MARTEDI’ 4, NIENTE DA DICHIARARE …

“Sorry Sir, what do you think about Brexit?”“Giovà senti un po’ che vole er signore”.Non dovrebbero far viaggiare certa gente! Ma come, io sto lì in missione per conto di Alganews che cerco di capire le profonde ragioni che hanno portato alla frattura dell’antico continente e il primo a cui faccio una domanda è un maledetto italiano? Lascia sta Giovà, solo te e tuo marito potete pensare che io sia inglese, qui intorno non ci casca nessuno. Il funzionario all’aeroporto mi ha fatto un sorriso smagliante e nel ridarmi il passaporto mi ha salutato con un bel “Dahsvihdaneeye” e non ho potuto fare altro che mostrare i pollici in su, il gesto tipico di noi russi dell’alto Volta per distinguerci dai burini del basso Volta. Non ho obiettato nulla anche perchè il cartello parla chiaroo “Rivolgersi con cortesia ai funzionari, parlare ad alta voce può essere considerata un’aggressione fisica”. E questo cartello non è in inglese  e francese, inglese e spagnolo, inglese e arabo. No, è soltanto in inglese e italiano, e afferro il messaggio con prontezza. Il venezuelano reazionario con cui ho preso la navetta per arrivare in città mi ha spiegato nel dettaglio cosa farebbe alle interiora di Maduro, che con la fame lo costringe a cercare lavoro in Uk. Tu c’hai un solo destino con quella faccia, penso, ma lui mi dice che “noi” meticci non abbiamo paura di niente e mi dà una pacca sulle spalle così forte che ho avuto paura che per lo sforzo sputasse tutti gli ovuli di droga che sicuramente aveva ingoiato prima della partenza. “Noi” meticci? Ma allora dillo che non ti limiti a trasportarla la droga, so’ pallido come un cadavere, meticcio de che? Ma che non sarà una giornata facile lo intuisco al caffè vicino Victoria station, dove finalmente mi siedo da solo, quando una valchiria inglese, ma tanto lo sapete che a trent’anni siete già chiattone con tutto quello che vi bevete, mi guarda intensamente e con lo sguardo furbetto di noi che ci capiamo al volo mi chiede “café noir”? Mavaffanculo te e il cafè noir, francese proprio no, c’è un limite! Poi, finalmente, si torna alla normalità. Si avvicina un turco, una bella faccia da turco, non fuma però non ti puoi sbagliare, che con fare gentile apre bocca e finalmente non si capisce assolutamente niente di quello che dice. In quel momento mi sento a casa. Intuisco che un suo parente, un cugino o qualcosa del genere, ha un minicab e che sarebbero tutti onorati nella sua famiglia fino al terzo grado se io usassi quel minicab per spostarmi. Mi commuovo, finalmente uno che raschia la vita dal muro, guardandosi continuamente attorno per paura delle guardie, losco quel tanto che giustifica il prezzo basso che propone. Dove vivi amico mio, come ti nascondi, adesso che Boris Johnson ti dà la caccia? Nel locale intanto parlano di quel condominio di Norwich, cento chilometri a nord-est di Londra, dove i condomini hanno affisso un cartello con scritto “Qui da oggi si parlerà solo inglese. Altrimenti tornatevene a casa vostra, così non infetterete più il nostro Paese”. Pensa che cretini, commentano ridendo proprietario e camerieri, pensa gli affari che ci perderemmo se pensassimo queste sciocchezze. Londra è così, ti piace perchè qui mettono i sentimenti davanti a tutto. D’altronde la loro fissazione dopo i  bombardamenti dei nazisti era riaprire bottega all’indomani con la scritta “business as usual”, continuano in quel solco. Però capisco che qui sarà difficile trovare qualcuno a favore della Brexit, un po’ a Londra in generale, ma soprattutto nella parte della città più esposta al passaggio di turisti. Così, dopo aver sistemato le mie cose in un bed and breakfast, proseguo la mia indagine da sociologo da strapazzo. La ragazza alla reception ha una copia del Sun. Mi vengono in mente pensieri che non sarebbero piaciuti al mio parroco. O forse sì, visto che poi lo arrestarono in qualità di padre spirituale di Mamma Ebe, ricordo per chi è più vetusto. La prendo distrattamente tra le mani, con lo sguardo schifato simile a quello che deve aver fatto Sir Livingstone quando incontrò in Africa le tribù limitrofe al fiume Lualaba, facendo finta di non aver fretta ad arrivare alla sospirata terza pagina con la tipa con le tette di fuori e lì capisco tutto! Sono cinque anni che non c’è più la foto di nudo in terza, mi sta spiegando intanto la receptionist a cui domando smarrito cosa è successo da quando non sono più venuto a Londra. Non è corretto politicamente mi dice. Ho un principio di svenimento, mi succede in generale alla parola “politicamente corretto” in italiano ma sentirla nella sua versione originale mi stende davvero. Ma allora la Brexit è un sintomo non è la malattia, maledetti albionici frustrati. Le donne nude dal Sun sono state tolte nel 2015 e non può essere casuale che nel 2016 ci sia stato subito sopo il referendum per il Leave. La questione comincia ad ammantarsi di perbenismo. C’è stata una vera campagna contro pagina 3. La campagna “No more Page 3” era costituita da una petizione online che raccolse 217mila firme nel 2015. Oggi a pagina 3 del Sun trovi soltanto la foto di un tizio e del pozzetto dove aveva segato e rinchiuso le vittime, reo confesso di tre omicidi e cannibale, che per un errore del giudice è stato scarcerato e si è mangiato altre due persone prima di essere arrestato di nuovo. Ma per fortuna non c’è più la donna in topless, altrimenti qualcuno poteva impressionarsi. Non sarà semplice questo ritorno in una città dove ho vissuto dal 2004 al 2006. Sarebbe meglio non conoscerla per niente, non andare a cercare cosa è cambiato. Quel che è certo è che in quei tre anni sono rimasto straniero, io per loro e loro per me. Ed ero più giovane e frequentavo giovani. Non è che la Brexit sia frutto d’improvvisazione. L’ostilità, l’avversione per gli stranieri, che qui contribuiscono alla crescita dell’economia in maniera sostanziale, dai bassi lavori alle attività finanziarie, non è nata nel 2016. Non sarà politicamente corretto dirlo, ma qui il razzismo è istituzionale oltre che umano, un giro negli uffici pubblici da non nativo, anche nei centri d’impiego, ormai quasi vuoti proprio per questo motivo, parla più di decine di articoli su Internazionale. Adesso: primo obiettivo la Brexit vista dai pub a più alto tasso alcolico, unica occasione di empatia british. Ve ne parlo domani.