E’ GIUSTO O NON E’ GIUSTO CHE UN PROCESSO SI DISSOLVA NELLA PRESCRIZIONE?
1 – Dice: uno mica può rimanere sotto processo a vita. Bè, è giusto, accidenti. C’è scritto anche nella Costituzione che ognuno ha diritto a un processo in “tempi ragionevoli”. Un diritto sacrosanto, perbacco. 2 – A questo diritto se ne affianca un altro non meno importante. E cioè quello di una parte lesa di ottenere giustizia e nel caso riparazione, anche qui in tempi ragionevoli. Però questo secondo diritto, nel dibattito in corso negli ultimi giorni, mi sembra un pochino più trascurato, diciamo. E invece un problema uno se lo dovrebbe porre. Se il soggetto a processo, con la prescrizione risolve la grana (colpevole o non colpevole che sia, non lo sapremo mai), la parte lesa semplicemente si attacca al tram. Mi sembra una questione degna di considerazione no? 3 – Ma allora è giusto o non è giusto che un processo si dissolva nella prescrizione? Bè, dipende, naturalmente. Ci sono molti buoni motivi per rispondere sì. Se è passato davvero tanto tempo e se è svanito l’interesse dello Stato a sanzionare l’imputato e non ha più senso, per esempio, metterlo in prigione perchè nel frattempo è diventato una bravissima persona. Se è passato tanto tempo e quello sta sotto schiaffo da una vita (per via del ragionamento al punto 1) eccetera eccetera. 4 – Però ci sono anche buoni motivi per rispondere no, come al punto 2. Pare che in Italia vadano prescritti circa 120 mila processi all’anno. Quindi, a fronte (come minimo) di 120 mila imputati che evitano il giudizio, ci sono (minimo) 120 mila danneggiati che se la prendono in quel posto. Vi pare carino? 5- E’ un bel casino. Qual è la soluzione? Bè, naturalmente fare i processi, tutti e portarli a compimento in tempi plausibili. Ovvio no? 6 – Eh,dice, ma non ci si riesce perché i magistrati sono una massa di fancazzisti. Io personalmente non credo ai fancazzisti. Penso che il “fancazzista” non si dia in natura, salvo eccezioni statisticamente irrilevanti. Tutti noi abbiamo una dignità da difendere e nella nostra vita veniamo identificati per ciò che facciamo (o non facciamo). Maurizio Landini ricorda sempre (giustamente) che quando conosci una nuova persona gli fai due domande fondamentali: come ti chiami e che lavoro fai.Ai fannulloni credeva solo Brunetta nelle sue dissennate campagne contro i lavoratori della pubblica amministrazione, una bastardata come poche se ne son viste. Forse solo il Tranvato è arrivato a tanto con gli immigrati. E poi sarebbe come dire che i giornalisti sono tutte puttane (a me personalmente una 5 Stelle ha dato della puttana e non lo dimentico) , o gli avvocati tutti azzeccagarbugli, i politici tutti ladri, i grillini tutti ignoranti come capre o i medici ospedalieri tutti praticoni e che se ci sono le liste d’attesa nella sanità è solo perchè non lavorano abbastanza. 7 – Ma non divaghiamo e cerchiamo delle risposte. Quindi di chi è la colpa se l’apparato giudiziario non funziona celermente? Facile. Questa la so. Del governo, dei diversi e numerosi ministri della Giustizia che nel corso dei decenni non sono stati capaci di metter su un buon sistema in grado di celebrare i processi, tutti, con un buon ritmo, assicurando al tempo stesso un congruo reclutamento di magistrati e di personale, per qualità e quantità e un iter processuale di regole chiare e snelle. Anche in questi giorni, soprattutto da parte di coloro che nel mondo politico esaltano il garantismo e i sacrosanti diritti della difesa, non se ne sentono, di buone idee. Anzi, non si sentono proprio idee. 8 – Eppure ci sono alcune cose da fare che ci arrivo pure io. Per esempio. Oggi uno sputo nella metropolitana, ovvero il taccheggio al supermercato, finscono sulla scrivania di un Pubblico Ministero, poi davanti a un giudice di primo grado, poi davanti a un giudice di appello e infine in Cassazione. Ma vi sembra normale? No, dico, a me pare una follia. Ma ci vuole così tanto a fare un elenco di reati punibili solo con una bella multa o con qualche giorno di lavori socialmente utili? Hai rubato ll pecorino alla Coop? Beccate ‘sti 300 euro di multa per direttissima, paga il pecorino e vattene a casa. Non hai i 300 euro? Ok, allora per un paio di settimane raccogli monnezza a Roma che ce ne sarebbe tanto bisogno. Un enorme numero di fascicoli processuali evaporerebbero d’incanto. E invece no, si deve metter su un bel processo. 9- Oppure. Ormai tutti abbiamo imparato che in sede di appello un condanna non può essere appesantita. Solo attenuata. Quindi tutti presentano appello, tanto male che ti va rimani lì dove eri arrivato in primo grado. Se in appello fosse possibile appesantire una condanna parte del giudice , magari uno che sa di essere colpevole ci pensa due volte prima di presentare appello chiedendo così un nuovo processo, non vi sembra?. Altra diminuzione di processi in coda. 10 – Gli avvocati si lamentano perchè c’è chi li segnala talvolta come protagonisti di manovre dilatorie per arrivare alla conquista dell prescrizione per i loro assistiti. Loro respingono sdegnosamente questa accusa. E però, scusate avvocati italiani, pensate davvero che la storia di Berlusconi e dei suoi processi prescritti (nove, mi pare) grazie all’abilità dei suoi legali (e delle leggi sulla prescrizione modificate ad hoc) non ci abbia insegnato nulla? Ma che pensate davvero che i cittadini abbiano l’anello al naso e la sveglia al collo? Del resto, siamo sinceri, se fossi un avvocato anche io e intravvedessi la possibilità di salvare il mio cliente dalla legge grazie alla prescrizione mi inventerei ogni diavoleria pur di far passare il tempo. Non solo. Se fossi il cliente di un avvocato e lui non inventasse le peggiori gabole per salvarmi dalla legge lo licenzierei in tronco. Quindi vediamo di metter da parte le ipocrisie. 9 – Gli avvocati hanno poi un problema non da poco in Italia. Sono 237 mila circa. Quindi un avvocato ogni 250 abitanti. Ma vi rendete conto? E questi devono tutti campare eh, grandi e piccoli. Io li capisco. Ogni microreato deve diventare causa e processo, appello e Cassazione, sennò come si fa? Chi lavora più? 10 – Vabbè. Chiudiamola qui, anche se ci sarebbero parecchie altre cose da dire. Avrete notato (forse) che non ho mai nominato, nell’ordine, Bonafede, Italia Viva con suo Akela, Davigo o Travaglio. Ovvero i protagonisti mediatici del dibattito sulla prescrizione. Mi piacerebbe, se qualcuno avesse voglia di discutere ulteriormente, che si rispettasse questo embargo sui nomi perchè sto cercando di riportare il dibattito sul piano del buon senso e dell’informazione verificata e non sulla marea di improvvisazioni (e bugie!) che si leggono in giro (anche perchè a volte gli amici mi dicono che ho toni troppo polemici). Ogni contributo è ovviamente bene accetto purchè solido e documentato.
