UNIVERSITA’, STUDENTI CONTRO PROF: “#GIÚLEMANIDAGLIAPPELLI, IL VOSTRO SCIOPERO CI DANNEGGIA”
E’ un mondo in subbuglio quello della scuola. In subbuglio e arrabbiato.Da troppo tempo.Si è perso il conto delle manifestazioni di protesta per rivendicare diritti violati (è tuttora in corso, davanti al Miur,lo sciopero della fame dei docenti diplomati esclusi dalle Gae da una sentenza del CdS), così come non c’è giorno che la cronaca non ci racconti di un nuovo fatto diviolenza ai danni di docenti da parte di studenti e genitori, segno dello stato di degrado in cui versa la scuola pubblica. A incrociare le braccia, nuovamente, tra un paio di settimane, gli oltre 7mila docenti universitariper “protestare contro quella che è a tutti gli effetti una discriminazione”, dicono i diretti interessati “stanchi di essere presi a pesci in faccia”. Il motivo del contendere è presto detto. I docenti, nello specifico, oltre ad un rilancio del sistema universitario, chiedono che gli scatti di stipendio vengano sbloccati a partire dal 1° gennaio 2015 anziché, com’è attualmente dal 1° gennaio del 2016, come per gli altri dipendenti della P.A. “E’ inaccettabile che a pagare siano per l’ennesima volta sempre e solo gli studenti”, dichiara l’Udu (Unione degli Universitari), di fronte alla concreta possibilità degli esami a rischio per la sessione estiva che partirà il 1° giugno sino al 28 luglio.#GIÚLEMANIDAGLIAPPELLI,chiedonoattraverso unafotopetizione,che venga sospesa la protesta, che nessuno raccoglierebbe, visto anche lo stallo per la formazione del nuovo governo, mentre loro neverrebbero inesorabilmente danneggiati. I prof non demordono e vanno avanti nella loro rivendicazione: “Scioperiamo lo stesso per mandare un messaggio al futuro governo anche in vista della prossima manovra”, spiegano agli studenti che pur, solidarizzando con le motivazioni dello sciopero, non ci stanno a rimandare gli esami calendarizzati nel loro piano di studi.Due fronti opposti,come avviene sempre quanto una parte di lavoratori manifesta un disagio della categoria. La rabbia l’unico sentimento condiviso.Per ragioni differenti, ma entrambi condivisibili. Riuscirà il prossimo governo, qualunque esso sia, a riportare un po’ di serenità nel mondo della scuola nel mirino da decenni di politiche forsennate? Lo scopriremo solo vivendo, recita una nota canzone.A queste e altre ancora gli accademici hanno deciso di dire basta
