SALVINI E SAVOINI, LE BUGIE DI MOSCOPOLI

SALVINI E SAVOINI, LE BUGIE DI MOSCOPOLI

La procura di Milano ha aperto un’inchiesta per corruzione internazionale, iscrivendo nel registro degli indagati i tre italiani presenti al tavolo dell’Hotel Metropol di Mosca lo scorso 18 ottobre: Gianluca Savoini, Francesco Vannucci e Gianluca Meranda.Dalle carte dell’inchiesta infatti emerge che i rapporti tra Salvini e Savoini erano all’ordine del giorno. E’ il telefonino di Savoini che riporta sulla memoria Whatsapp tutti i contatti giornalieri che aveva con il ministro dell’Interno. Queste nuove considerazioni aprono uno scenario diverso sull’inchiesta del Rubligate o dei rubli della Russia alla Lega. Su Repubblica, Carlo Bonini e Fabio Tonacci spiegano quindi che Salvini ha mentito. La prima volta è accaduto l’11 luglio scorso, escludendo la partecipazione del suo “altoparlante”, Savoini, a Mosca nella delegazione ufficiale italiana in occasione degli incontri bilaterali con il ministero dell’interno russo (16 luglio 2018). Circostanza già smentita dall’evidenza di una foto scattata in quell’occasione e ora annichilita dal premier Conte sulla scorta di documenti ufficiali prodotti dalla nostra ambasciata a Mosca. Ma lo ha fatto anche una seconda volta, il 12 luglio, per poi relegare l’amicizia con Savoini come: “un vecchio amico della Statale di Milano conosciuto 25 anni fa”. Una storiella che fa a pugni con ciò che ora documentano la memoria delle chat whatsapp e i tabulati del telefono sequestrato a Savoini dalla Procura di Milano. Insoma l’11 e il 12 luglio prima su Repubblica attraverso la sua responsabile stampa, e poi in una conferenza a Milano, Salvini aveva sostenuto di non avere la più pallida idea del perché si fosse ritrovato Savoini seduto al vertice bilaterale con i Russi. “Chiedetelo a lui”, aveva risposto. E poi c’è quel 18 ottobre del 2018, quando il Vicepremier rientrò dalle sue trentasei ore di trasferta a Mosca per il convegno di Confindustria Russia, lasciando che Savoini, in veste di messo della Lega (anche questo è emerso dalle chat del telefono), si accomodasse ai tavoli del Metropol per discutere della fornitura di petrolio di Rosneft su cui si doveva ritagliare un finanziamento per il partito. Le telefonate di Salvini e Savoini “semplice accompagnatore”. Il Viminale 2 giorni fa ha comunicato ufficialmente e per iscritto che “Gianluca Savoini partecipò al vertice bilaterale di Mosca del 16 luglio del 2018 come semplice accompagnatore, conosciuto dalla controparte in virtù degli incontri organizzati in passato”. Il comunicato inviato a Repubblica prosegue: “Savoini non era nella delegazione ufficiale del Ministero dell’Interno partita da Roma, né ha mai fatto parte di delegazioni ufficiali a Mosca, né il Viminale ha sostenuto in tutto o in parte le sue spese di viaggio o di soggiorno in Russia”. Ed ecco che Salvini in questo caso si muove come un funambolo sul filo sottile tra la verità e la bugia.Sarà Conte il 24 luglio a riferire nell’Aula parlamentare:Parlando di Savoini, Conte ha spiegato: “Non ha rivestito incarichi formali in qualità di consulente esperto per questo governo. Risulta presente comunque nell’incontro del 16 e 17 luglio del 2018. Il 4 luglio 2019 ha partecipato all’evento con Putin, nel Forum coordinato dall’Ispi e nel forum Italia-Russia presso la Farnesina. Questo ha comportato il suo automatico invito alla cena”. Non mi pagano per commentare fantasie”, Salvini lo ha detto alla vigilia dell’incontro a Palazzo Madama. A me pagano lo stipendio per risolvere i problemi legati alla criminalità e alla vita vera, non per commentare fantasie. Lo scandalo, esploso lo scorso 10 luglio con la pubblicazione da parte di Alberto Nardelli su Buzzfeed di alcuni audio risalenti al momento della presunta trattativa tra italiani e russi, era stato anticipato da un articolo pubblicato su L’Espresso.Recentemente, L’Espresso ha pubblicato nuovi documenti inediti che dimostrerebbero come la trattativa sarebbe proseguita anche dopo l’incontro a Mosca. Tutte le parti in causa affermano che l’accordo non sarebbe andato a buon fine. Anche in Europa la Merkel parla dello scandalo fondi russi alla Lega. “Il fatto che i partiti populisti in Europa ricevano il sostegno della Russia è motivo di preoccupazione” ha tuonato spiegando, però, che le relazioni con la Russia di Putin sono “positive” e tutti hanno l’interesse “a mantenerle tali”. Per Angela Merkel adesso, è all’Italia che spetta un chiarimento. “Penso che il Parlamento italiano o altri chiederanno chiarezza sulla vicenda”. Infine, non ha voluto esprimersi sul fatto che la Russia negli ultimi anni possa aver influenzato la politica italiana.