XIE RUOWANG, UN SIGNORE DI 83 ANNI CHE VIVE IN UN SUPERMERCATO H24

XIE RUOWANG, UN SIGNORE DI 83 ANNI CHE VIVE IN UN SUPERMERCATO H24

Uomini che sono stati dei leoni, anzi lo sono ancora – ma ad un certo punto, si disorientano. Perdono, insieme ai documenti, anche le certezze.questo signore cinese di 83 anni dorme dentro un Carrefour aperto 24 ore su 24. Era studioso di fama internazionale, viveva tra shanghai e zurigo. Da l’idea di sapere tutto ma fatica a fidarsi e non riesce a comunicare bene – o forse è la memoria, che si è annacquata. La vecchiaia è un attimo, e fa molta tenerezza. *****Questa è la storia di un signore cinese di 83 anni che dorme dentro un supermarket. Mercoledì sera lo nota Lapo Elkann: il rampollo di casa Agnelli va al Carrefour di corso Lodi, aperto 24 ore su 24. Vede l’anziano sdraiato sulla panchina d’ingresso, con l’aria sperduta. Davanti il parcheggio di Brenta, di fianco un trolley, una bottiglia d’acqua e una brioche, forse regalata da qualcuno. Per il resto è solo. I commessi del supermarket spiegano che vive lì da circa un mese. Lapo, scosso, esce e posta un tweet: “Sono venuto a conoscenza della storia di un anziano cinese malato (..) Lo aiutiamo?”.Ieri molto presto, ancora con il buio, il signore stava sulla panca. Passa per caso una coppia di ragazzi cinesi: Vanessa, studentessa della Naba, e Stefano dell’artistico Brera. Se c’è da aiutarlo, sono disponibili. Fanno da traduttori improvvisati, visto che l’anziano parla solo mandarino e pochissimo inglese. In tasca ha la fotocopia lisa di un permesso di soggiorno svizzero. Fa capire che negli anni ha perso tutto – il passaporto, il bancomat e buona parte di memoria. I giovani, generosi e intraprendenti, provano a indagare un po’. Si chiama Xie Ruowang e la sua foto compare in un sito cinese tipo “Chi l’ha visto?”. Iniziano incredibilmente ad emergere tasselli di vita. Online chiedeva su di lui informazioni un pastore della comunità cristiana evangelica cinese di Roma che lo aveva appena conosciuto e voleva aiutarlo. Rispondeva fornendo “indizi”, con tanto di documenti e foto, uno studioso dall’altra parte del globo: dalla Fudan university di Shanghai. Aveva incrociato Xie Ruowang ad un grande evento che si era tenuto addirittura nel 2008. Il signore che dorme al Carrefour, all’epoca già anziano, era stato invitato come relatore esperto di filosofia e letteratura. Ricercatore di fama internazionale, ha lavorato per tutta la vita tra Shanghai e Zurigo. Formatosi all’università di Zhejiang, poi chiamato in Svizzera. Non ha figli né parenti. In Cina è stato per l’ultima volta nel 2008 e ha tentato di mettersi in contatto con i suoi grandi amici: l’ex vice preside dell’università di Zhejiang e tale Zhu Dongrun, emerito professore e suo ex collega. Ma entrambi erano già morti e questa è una delle poche cose che l’anziano si ricorda bene: “Non ho potuto salutarli, e io non sono mai più tornato in Cina”.Un anno fa è arrivato, chissà perché, a Roma. “Si è presentatoun giorno alla messa con il suo enorme trolley nero, e finita l’omelia rimaneva lì – racconta Gao, pastore della Chiesa cristiana evangelica cinese di via Principe Eugenio, nella Capitale -. Dovevo chiudere la chiesa ma non se ne andava, allora ho capito che non aveva dove stare”. Per un anno quel pastore l’ha fatto mangiare, si è preoccupato per lui. E’ diventato punto di riferimento – tanto che l’anziano Xie, pur non possedendo un telefono, si tiene in tasca il suo numero. “Gli abbiamo offerto un posto in dormitorio ma preferiva stare qui, sulla panca della chiesa – sospira -. In un mondo ideale avrebbe supporto psicologico. O forse avrebbe solo bisogno di una figlia, che però non ha”.A gennaio Gao è partito per un viaggio in Israele e il suo amico si è sentito perso. Ha caricato il suo trolley sul treno ed è arrivato a Milano. Dalla stazione Centrale in metro gialla fino a Brenta. E’ sceso ad una fermata casuale. Ha trovato il Carrefour, aperto anche di notte. Dalla panca della chiesa a quella del supermarket, ha affondato radici lì, come fosse una casa. I commessi fanno a gara per portargli qualcosa da mangiare “ma non voleva che avvertissimo nessuno”, dice Paola, che se l’è preso sotto l’ala. La catena di solidarietà finora non è servita a toglierlo dalla strada, da oggi chissà. Quando i due studenti gli chiedono, in mandarino, cosa vorrebbe fare, lui risponde: “Trovare degli amici, ritornare in Cina”. Chissà poi se quella sarebbe la soluzione: andare da chi? Per ieri notte è partita una colletta. Stanza d’hotel pagata, nel quartiere. Come ha visto il letto, Xie si è addormentato..