BRESCIA NAPOLI ANCORA BECERE MANIFESTAZIONI DI INTOLLERANZA RAZZIALE

BRESCIA NAPOLI ANCORA BECERE MANIFESTAZIONI DI INTOLLERANZA RAZZIALE

Ancora una volta manifestazioni becere, razziste verso la squadra del Napoli e della città, ieri sera nel corso della gara Brescia Napoli, 25^ giornata del campionato di calcio. Ce da chiedersi quanto ancora si dovrà aspettare affinché si prendano provvedimenti seri e concreti contro questi comportamenti incivili? La Gazzetta dello Sport nell’articolo concernente la gara tra Brescia e Napoli scrive, dopo il pari di Insigne su rigore: “Tutto in equilibrio nuovamente, con l’onda emotiva che spinge ora il Napoli. E la colonna sonora di una parte della Nord bresciana che per qualche secondo canta “lavali col fuoco” e per un periodo più lungo “napoletano Coronavirus”(Gazzetta on line del 21 Febbraio 2020, ore 22:30). Ho voluto estrapolare dalla Gazzetta dello Sport questo pezzo significativo dell’articolo che commenta la partita per evidenziare quanto questi comportamenti continuino a verificarsi in tanti stadi della penisola e che, pericolosamente, stanno cadendo nell’abitudine, nella quotidianità, nella “normalità”. Questo stralcio dell’articolo di un giornale che territorialmente è al nord, non già situato a Napoli e/o al sud,  quindi alle stesse latitudini dei “coristi” di Brescia,  giustamente evidenzia quanto è accaduto, dovrebbe far pesare chi è abituato a minimizzare parlando di vittimismo tipico dei napoletani che, a loro dire, si lamentano sempre, a volte anche esagerando o inventando. Inoltre se si parla di una parte della curva nord bresciana è così difficile individuare gli “autori” dei cori, considerato che con i mezzi tecnici si riesce a rilevare un fuori gioco di centimetri? E’ difficile o non si vuole proprio perché ormai la cosa non fa più notizia? Temiamo che poi finirà come sempre con il solito comunicato della FIGC e conseguente multa alla società con la motivazione “per discriminazione territoriale” e non per manifestazioni razziali come sarebbe più giusto. Aspetteremo quindi il prossimo “evento” che puntualmente si verificherà in qualche altro stadio con la solita “giustificazione”: è opera di pochi, ma gli altri però, che sono i più e sono la parte sana del tifo, quelli che vanno allo stadio per vedere la partita magari con la famiglia, quelli  resteranno sempre e ancora in silenzio?