BERLINALE 70 INIZIO IN SORDINA

BERLINALE 70 INIZIO IN SORDINA

DI GIOVANNI BATTAGLIASiamo al quarto giorno della settantesima edizione della Berlinale dove diciotto film provenienti da tutto il mondo sono in gara nella competizione ufficiale. Il ​​29 febbraio, nel purpureo Berlinale Palast, l’elegantissimo teatro dove si svolgono tutte le proiezioni dei film in concorso, sapremo a chi andranno i premi. Una caratteristica che ha sempre differenziato la Berlinale dagli altri festval internazionali è il chiaro orientamento sociale e politico impresso da Dieter Kosslich il direttore che nel 2016 aveva pubblicamente sfidato Trump sostenendone la pochezza e che aveva sostenuto film di denuncia come “Fuocoammare” del regista italiano Gianfranco Rosi che si era portato a casa l’orso d’oro ed i complimenti di Maryl Streep. Adesso la direzione è passata nelle mani di Carlo Chatrian che si era messo in evidenza con una ottima gestione del festival di Locarno. La giuria internazionale è presieduta dall’attore inglese Jeremy Irons che dovrà mettere d’accordo i pareri deglia altrimembri della giuria che sono: l’attore italiano Luca Marinelli, l’attrice franco argentina Bérénice Bejo, la produttrice tedesca Bettina Brokemper, la regista palestiense Annemarie Jacir, lo sceneggiatore e regista americano Kenneth Lonergan, ed il regista brasiliano Kleber Mendonça Filho. la presenza di Luca Marinelli è un fatto estremamente significativo per il nostro paese in quanto dopo aver vinto la Coppa Volpi come miglior attore a Venezia con il suo sognante Martin Eden, questo riconoscimento proietta uno dei migliori attori italiani in un contesto internazionale.Nato a Roma nel 1984, dopo un percorso di studi all’Accademia nazionale di arte drammatica dove si diploma nel 2009, solo un anno dopo interpreta il ruolo principale nel film “La solitudine dei numeri primi” con Alba Rohrwacher SaverioCostanzo, il regista del film, tratto dal libro di Paolo Giordano, lo aveva notato in uno spettacolo teatrale e lo aveva subito voluto per il complesso ruolo di Mattia il protagonista a cui Luca Marinelli grazie al suo talento fornisce un grande spessore. Nel 2013 lo vediamo in “Tutti i santi giorni” di Paolo Virzì che gli vale una candidatura come miglior attore ai David di Donatello ed appare in un piccolo ma memorabile cameo in “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino.Nel frattempo viene notato anche fuori dai confini nazionali ed è invitato a partecipare alla European Shooting Star proprio qui a Berlino. L’occhio attento della Berlinale sui giovani talenti europei difficilmente sbaglia.Nel 2015, l’anno della svolta, interpreta due film estremamente importanti per la sua carriera: “Non essere cattivo” terzo e purtroppo ultimo film di Claudio Calligari ed il film di culto “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti dove da vita all’indimenticabile personaggio dello zingaro.Grazie a questi due film ottiene a Venezia il premio Pasinetti per il primo, e Nastro d’argento e David di Donatello per il secondo imponendosi come uno dei più interessanti tra i giovani attori italiani.Tra il 2017 ed il 2018 si divide tra teatro cinema e televisione interpretando “Il padre d’Italia” di Fabio Mollo, “Slam” di Andrea Molaioli, “Una questione privata” di Paolo e Vittorio Taviani e “Fabrizio De Andrè- un principe libero” di Luca Facchini.Con la coppa Volpi come miglior attore per il “Martin Eden” di Pietro Marcello ha ricevuto il premio per quella che veramente è stata la migliore interpretazione, insieme a quella di Joaquin Phoenix, tra i film visti a Venezia.Il suo personaggio, un marinaio, un avventuriero, un ribelle anarchico che ama la vita che ha lo sguardo dell’intellettuale sulla società ancora prima di esserlo, è indimenticabile.Pietro Marcello ha più volte ammesso che Luca Marinelli era stato da subito nei suoi pensieri come a dimostrare che il suo immenso talento irradia luce sui personaggi che interpreta. Bérénice Bejo, una stella di prima grandezza in Francia, è nata in Argentina, ma vive in Francia dall’età di tre anni. Nel 2000 si mette in luce con il film “meilleur espoir feminin” di Gérard Jugnot, ma la svolta internazionale arriva nel 2011 come attrice protagonista d The Artist diretto dal futuro marito Michel Hazanavicius. grazie al suo ruolo in” the Artist” Berenice Bejo vince il César come migliore attrice, l’equivalente di un Oscar in Francia. Da questo momento gli occhi del cinema mondiale sono puntati su di lei e riceve riconoscimenti e premi in tutto il mondo, tra cui una nomination per un BAFTA per la migliore attrice e una nomination per la migliore attrice non protagonista ai Golden Globe e agli Oscar. Il film più importante per Berenice Bejo arriva nel 2013 con “Il passato” del regista iraniano Asghar Farhadi, per il quale ha vinto la palma d’oro a Cannes come migliore attrice. un film di dialogo, quasi teatrale, dove il talento dell’attrice messo a durissima prova dalla complessità della narrazione è dirompente.Nel 2016 è in Italia per lavorare con Marco Bellocchio in “Fai Bei Sogni” ed anche questo anno lavorerà nel nostro Paese diretta da Sergio Castellitto nel nuovo film “Un drago a forma di nuvola”. La produttrice tedesca Bettina Brokemper è un nome di primo piano, insegnante di cinema amministratore della visionaria zentropa fondata da Lars von trier è legata a Margarethe von Trotta per la quale aveva prodotto “Hannah Arendt ” nel 2012. la regista palestiense Annemarie Jacir è una presenza costante nei festival internazionali che dal 2003 hanno imparato ad apprezzarla: è stata in competizione ufficiale del Festival del cinema di Cannes nel 2008, suo secondo lungometraggio, Lamma shoftak ( When I Saw You ), è stato presentato al Forum della Berlinale nel 2013 e ha vinto il premio NETPAC per il miglior film asiatico. Nel 2017 il film “wajibha” era in concorso Locarno Festival nel 2017. Tutti e tre i film sono entrati nella corsa agli Oscar come contributi palestinesi. Annemarie Jacir ha fondato Palestine Films con l’intenzione di insegnare e impiegare persone sul posto e da allora ha lavorato regolarmente con altri registi come montatore, sceneggiatore e produttore. l Kenneth Lonergan è uno sceneggiatore e regista americano famoso per il suo lavoro come sceneggiatore e regista del bellissimo “Manchester by the Sea” per il quale ha ricevuto oltre 200 nomination e premi internazionali, tra cui un Oscar e un BAFTA per Miglior sceneggiatura 2016. È coautore di Gangs of New York(2002), che ha ricevuto riconoscimenti internazionali con numerosi premi e nomination, tra cui una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura. Kleber Mendonca Filho è un critico cinematografico, regista di grandissimo successo ed organizzatore di festival cinematografici.I suoi film più importanti sono “Aquario” con Sonia Braga e “Bucurau” entrambi accolti benissimo al festival di Cannes. Fino ad oggi i film in concorso non sono stati particolarmente interessanti fatta eccezione per l’americano “First cow” della regista Kelly Reichardt un film delicatissimo straordinaria metafora del inizio del capitalismo raccontato attraverso gli occhi di una improbabilissima coppia di amici nel far west. E’ stato invece estremamente deludente il film Franco svizzero “il sale delle lacrime” diretto da Philippe Garrel un veterano del cinema francese che ancora una volta preferisce una sceneggiatura quasi casuale con una notevole difficoltà a inquadrare i personaggi piuttosto che raccontare una storia in modo compiuto. Bello a tratti ma ahimé molto spesso fuori fuoco è stato “Volevo nascondermi” del regista italiano Giorgio Diritti che si avvale di una stupenda interpretazione da parte di Elio Germano. Il film resta però troppo legato a questa particolare interpretazione e specialmente nell’ultima mezz’ora perde assolutamente di lucidità e di forza ed è un vero peccato perché il regista estremamente abile nel raccontare la storia e nel mostrare il territorio emiliano che diventa un vero e proprio protagonista del film, ha perduto una grande occasione.Resta probabile un premio per Elio Germano per la sua incredibile prova attoriale.