LIGABUE MAGISTRALE MA FUORI FUOCO ALLA BERLINALE

DI GIOVANNI BATTAGLIAGiorgio Diritti prova a dipingere attraverso uno straordinario Elio Germano il suo ritratto di Ligabue.Un uomo, un artista, come ama definirsi per schermare la sua immagine; “lo so che sono brutto” dice quando si vuole proporre come marito “ma sono un artista”Il film inizia con Toni come lo chiamano i suoi amici che cerca di nascondersi dallo sguardo di un medico che lo deve visitare.Lo vediamo mentre spia, avvolto in una grande coperta che lascia intravedere solo un occhio.L’occhio attento di questo grande artista che preferiva guardare che essere guardato.Siamo già nella sua età adulta.Tutto il film è sulle spalle di Elio Germano: la sua mimica, la voce incomprensibile per la morfologia della sua bocca e per l’uso sgrammaticato del dialetto, i movimenti scoordinati fanno di lui un emarginato.Figlio di un emigrante italiano era stato adottato da una coppia di contadini in Svizzera ma a causa della sua sofferenza fisica e mentale e dei suoi comportamenti che lo rendevano diverso dagli altri bambini viene fatto allontanare dalla Svizzera ad opera del padre adottivo.Antonio ancora ragazzo verrà portato contro la sua volontà nel paese da cui proveniva il padre in Emilia dove lo aspetta una vita estremamente difficile in grande povertà ed emarginazione fino all’intervento compassionevole di una famiglia che gli offre ospitalità.Il disegno e l’arte saranno sempre i suoi compagni di vita facendolo benvolere dalla comunità nella quale lentamente si inserisce facendo passare in secondo piano la sua diversità.Antonio passa il tempo a disegnare dipingere e fare delle piccole sculture da regalare ai bambini di quel paese così ben dipinto dal regista.Un mondo rurale scomparso dove Toni si circonda di animali,gli unici esseri che non lo giudicano e passa tantissimo tempo ad osservare il comportamento dei galli delle galline per cercare di trarne l’essenza e poterla portare nei propri disegni e nelle proprie opere.La sua fantasia è talmente potente che nei suoi quadri la campagna Emiliana viene attraversata da belve; gorilla,tigri,pantere immersi in una natura non convenzionale. Si inizia a delineare il grande talento dell’artista ma la discontinuità ha la meglio su di lui ed i demoni che si agitano nel suo animo lo portano spesso a distruggere le proprie opere fino a quando l’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati segna la svolta.Ligabue inizia una produzione ben organizzata di quadri il cui soggetto era sempre la natura e dopo una mostra personale dove riscuote grande successo arrivano anche i soldi che ovviamente Toni dilapida tra moto,auto,vestiti ed aiuti a amici ed approfittatori che cominciano a girare intorno a lui. Giorgio Diritti bolognese e allievo di Ermanno Olmi racconta con grande passione la vita e l’arte di Ligabue:l’uomo è messo in evidenza,i suoi lati oscuri, i suoi fantasmi,le paure ed i ricordi angosciosi legati all’abbandono fanno sì che il suo bisogno primario sia quello di essere capito ed amato ma spesso il suo carattere lo porterà ad auto emarginarsi e l’arte sarà l’unico modo per raccontare se stesso al mondo.il pregio del film, l’interpretazione di Elio Germano ne è anche il limite. troppo personale per essere convincentetroppo esagerata per dare il giusto spessore al film che sembra appiattirsi e perdere il fuoco proporzionalmente alla grande prova dell’attore.