QUESTO VIRUS, CHE COS’È?
Maria Luisa Barcellona è professore ordinario di Biochimica Applicata presso l’Università di Catania. Queste sue considerazioni sul virus, che tanto ci atterrisce, mi paiono utili e convincenti. Perciò mi permetto di pubblicarle “I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria medio-orientale (MERS) e la SARS. Sono virus ad RNA, se ne conoscono 2 sottofamigle ed almeno 4 generi. Sono stati identificati negli anni ’60 e possono infettare l’uomo ed alcuni animali. I CoV umani ad elevata infettività sono almeno sette sottoclassi ed il nuovo CoV, identificato a Wuhan, Dicembre 2019, è denominato SARS-CoV-2 perché è fratello, cioè geneticamente all’interno di un sotto-genere, di quello che ha provocato la sindrome respiratoria acuta grave nel 2001. L’infezione può causare da sintomi lievi a più severi. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono coloro che hanno malattie preesistenti, quali diabete, patologie cardiovascolari. La trasmissione avviene attraverso il contatto con una persona malata. Non si trasmette con gli alimenti.Per quanto attiene la fonte animale, le certezze si possono avere per la SARS-CoV, per esempio, (anno di manifestazione 2002) perché sono stati effettuati approfonditi e minuziosi studi epidemiologici. In quel caso è stato accertato che la trasmissione sia avvenuta dagli zibetti – piccoli mammiferi originari dell’Asia e dell’Africa tropicale, assimilabili alla Civetta delle Palme – agli umani.Gli animali da compagnia non contraggono l’infezione.Due prestigiose riviste, universalmente accreditate come tempio della documentazione scientifica, spiegano perché è improbabile che l’origine sia il mercato del pesce di Wuhan. Più precisamente D.Lucey, Georgetown Univ., comunica che sono stati i primi malati, I°paziente riconosciuto il I°Dicembre 2019 ed i 13 successivi contagiati, a portare il virus nel mercato (non essendoci stati prima), quando erano ancora in fase asintomatica.David Robertson, Univ. di Glasgow e P.Eduardo Brandão, San Paolo Univ., ricordano su Nature come l’ospite serbatoio più probabile sia il pipistrello, come di altri coronavirus simili, e che sia estremamente improbabile che vi siano altre specie coinvolte. Resta, comunque, da capire quale sia l’animale-ponte, dal momento che non sono stati documentati contatti diretti dei contagiati con pipistrelli. È da ricordare che già nel 2017 ricercatori cinesi dell’Istituto Pasteur di Shangai hanno identificato i Coronavirus in una grotta di pipistrelli, appartenenti ad una sottofamiglia di beta-coronavirus, la stessa della SARS.Per citare una fonte autoctona, Massimo Galli dell’Università Statale di Milano, suggerisce che ad oggi le informazioni genetiche disponibili, considerando la forte variabilità del virus, ci dicono che il virus è ricombinante tra un coronavirus di pipistrello ed uno dei serpenti, per cui l’idea del mercato era suggestiva. Galli prosegue ammettendo che un venditore di animali vivi possa essersi infettato precedentemente al suo arrivo al mercato di Wuhan e che da lui sia partita la diffusione. E dal momento che una fetta importante è asintomatico o paucisintomatico, è verosimile che si perda la relazione con il focolaio iniziale. Lungi dal voler essere esaustiva, questa breve nota vuole sottolineare come siano necessari dettagliati studi epidemiologici per andare a ritroso alla fonte animale, studi che richiedono tempo, molto tempo per essere certificati, attendibili e riproducibili.A fronte della immediatezza che teorie complottiste e sensazionaliste, possono esibire”.
