GIORNALI NEL MIRINO DEI SOCIAL: SONO I RESPONSABILI DEL PANICO DA VIRUS. ECCO PERCHÉ È IL CONTRARIO

GIORNALI NEL MIRINO DEI SOCIAL: SONO I RESPONSABILI DEL PANICO DA VIRUS. ECCO PERCHÉ È IL CONTRARIO

E’ raro che scrivaqualcosa senza avere dati o cifre di supporto. Mi piace essere preciso, non scrivo mai per sentito dire. Tuttavia, oggi non ho statistiche aggiornate sui dati di vendita, o di accesso ai siti, relative ai quotidiani in questi giorni di grande casino nazionale. Sono però un frequentatoredi social da quasi 12 anni (ho un account su quasi tutti) e dunque mi sono fatto un’idea delle reazioni della gente rispetto al lavoro che svolgono i giornali. E alla credibilità che il pubblico ha sui giornalisti. Partendo da un presupposto. Che i social non siano il bar sotto casa, dove ognuno dice la prima cazzata che gli viene in mente. Come sosteneva a suo tempo Umberto Eco, anche se oggi, debbo ammettere, con molte ragioni in più rispetto ad una decina di anni fa. Continuo però a considerare i social un utile luogo di confronto pubblico. Una grandissima maggioranzaaccusa i giornali, e la televisione, si spandere panico e paura e di essere i principali responsabili delle follie di questi giorni. Articoli, titoli, commenti, locandine, strilli di copertina, lanci pubblicitari, tutto è nel mirino delle critiche. Perché, secondo tanti, lo fanno? Per vendere (giornali e dunque pubblicità) o per aumentare l’audience, e quindi moltiplicare gli spazi commerciali televisivi. Detto che ogni impresa , pubblica o privata, è libera di scegliere la propria linea editoriale e che nessuno può vivere d’aria, e considerato che le mele marce esistono dappertutto, e che io personalmente sono l’ultimo a difendere gli interessi di categoria, vorrei ricordare, molto sommessamente, alcune cose che stanno alla base di questo mestiere. Con questonon assolvo tutti i quotidiani in circolazione, alcuni comeLiberoeIl Giornalestrillano titoli e articoli con evidente intento politico, e in un momento di richiamo all’unità del Paese non è un bene, ma credo di poter dire che i grandi quotidiani stanno svolgendo un lavoro moderato dal buon senso. E poi c’èquel pilastro che si chiama notizia. E’ il sostegno di tutta l’informazione. Mai enfatizzarla, ma sarebbe un pessimo giornalista chi la sottovalutasse per timore che i suoi lettori, in stato d’ansia, conoscano la verità. Giornali nel mirino dei social: sono i responsabili del panico da virus. Ecco perché è esattamente il contrario