LE FAVOLACCE DARK INCENDIANO BERLINO

LE FAVOLACCE DARK INCENDIANO BERLINO

Fabio e Damiano d’Innocenzo sono due registi, due fratelli gemelli (uno dei due sostiene di essere più bello dell’altro)nati nel 1988 nella periferia romana;cosa che rivendicano con sincero orgoglio.Sono due persone autentiche alle quali si sente di voler bene immediatamente per la freschezza del loro cinema per la disponibilità che mostrano in ogni occasione durante la quale incontrano il pubblico o la stampa e perché quasi sempre stanno mano nella mano perché dal tavolo ufficiale della conferenza stampa della berlinale dispensano saluti e baci agli amici in sala con una naturalezza commovente.La Berlinale li considera un po’ come dei figliocci dato che li aveva scoperti con il loro film di esordio “La terra dell’abbastanza” che aveva riscosso un incredibile successo che aveva amplificato la visibilità del film.“Favolacce” presentato ieri in concorso probabilmente seguirà le orme del precedente diversissimo film.Alla domanda di un giornalista brasiliano che quasi gli rimproverava di essersi allontanati dallo stile de “la terra dell’abbastanza” Damiano ha risposto chiaramente che sarebbe stato molto facile fare un’altra sceneggiatura sulle orme del precedente film ma il loro intento non era quello della strada facile perché sarebbe stata una scelta noiosa e sbagliata.Favolacce,come suggerisce il nome è una favola nera,una storia corale ambientata in una suburra che è quella romana di spinaceto, ma come i due registi sottolineeranno in conferenza stampa, potrebbe essere la periferia di qualsiasi città.È un luogo privo di punti di riferimento dove si sviluppano le personalità complesse dei personaggi nei quali possiamo spesso purtroppo riconoscerci.Una realtà oscena raccontata senza filtri in un crescendo di emozioni.I luoghi della narrazione di favolacce non sono i palazzi angoscianti della periferia che ci aspetteremmo; sono delle villette con giardini e piscine, gli adulti sono benestanti ma profondamente ignoranti,crudeli,invidiosi,spesso misogini ritratti in modo grottesco e visti attraverso gli occhi dei registi che sono come quelli dei bambini del film ovvero di chi ancora non è stato contagiato da quel mondo ripugnante.I bambini infatti sono l’altro polo della narrazione guardano esterrefatti alla vita dei loro genitori ed il loro candore stride ancor più con le ridicole ambizioni dei padri.“Questo film era stato scritto da tanto tempo erano più di dieci anni che dovevamo farlo ma per un motivo o per un altro lo abbiamo rimandato” dice Damiano “Fossero passati altri 5 anni non avremmo avuto quell’equilibrio per raccontare i bambini per guardarli senza filtro.Non avremmo avuto quella imparzialità e saremmo stato stati forse velati.Invece questo è il momento giusto in cui non siamo più bambini ma forse non abbiamo perduto il contatto con quell’età per poterla raccontare”“I film nascono da un sacco di cose” ha detto Fabio “da piccoli io e mio fratello guardavamo sempre le cose in una maniera molto strana Infatti ci consideravano gli strani (scroscio di risate) perché eravamo disillusi malconci eravamo timidi…Questo non vuol dire che non sapessimo sorridere anzi noi ci sbellicavamo dalle risate ma questo non vuole dire nulla…Da bambini io e mio fratello siamo riusciti ad avere uno sguardo preciso sulle cose ma dentro di me per nascondermi pensavo che crescendo avrei perduto questo squardo così preciso sulle cose e che sarei diventato più mansueto.Invece crescendo mi sono accorto che avevo ragione…da piccolo avevo ragione avevo capito tutto chiaramente e adesso mi devo nascondere mi devo corazzare altrimenti non sarei qua…nessuno di noi vivrebbe se non avesse trovato a suo modo delle possibilità per campareOgnuno di noi si racconta un sacco di stronzate per sopravvivere altrimenti nessuno sarebbe quiDa bambino avevo esattamente la stessa visione che ho adesso con la differenza che oggi voglio vivere e devo trovare una soluzione a questi problemi.Noi siamo cresciuti in periferia e ci riteniamo privilegiati per questo siamo cresciuti prima siamo cresciuti senza preservativo…Le generazioni crescono molto lentamente specialmente in Italia mentre la periferia ti fa crescere prima.Però questo film non parla di periferia, parla della provincia che è un luogo più insospettabile.La collocazione geografica non ci interessava così tanto.È un film universale ed il modo in cui abbiamo usato la scenografia richiama la suburbia americana.Favolacce è un film dove i veri protagonisti sono i bambini schiacciati da una quotidianità banale ed opprimente fatta di feste di compleanno e di cene nei giardini dove i loro risultati scolastici sono esibiti come trofei da genitori ignorantiIl mondo degli adulti è privo di ogni speranza la tensione si taglia con il coltello e qualsiasi scintilla potrebbe far esplodere la situazione.La regia di favolacce è spesso innovativa con un uso della camera sorprendente in almeno un paio di occasioni e questo rientra in un preciso schema narrativo voluto dai registi romani che sostengono da sempre la prevalente importanza dell’immagine sul dialogo. “Sono in competizione con un personaggio quello di Ligabue che aveva una esteriorità mostruosa ed un anima delicata mentre il mio personaggio in favolacce ha una estetica piacente che possa convincere il vicino e che nasconde qualcosa di estremamente mostruoso che alla lunga esce fuoriSono modi di riflettere sulla nostra esistenza su quello che vediamo dalla finestra ogni giorno e non si fa nel bene e nel male a riconoscerci in questi personaggiPersonaggi come gli adulti di favolacce sono quelli che possiamo vedere ogni giorno.” Ha detto Elio Germano che è stato poi chiamato a rispondere all’inevitabile domanda sulla situazione italiana dopo i nuovi casi di contagio da corona virus“L’unica cosa che sta veramente contagiando il nostro paese e la paura facciamo anche un mestiere che dovrebbe essere un antidoto”Guidati dalla voce narrante di Max TortoraPotremo entrare nel mondo dark di favolacce ad aprile data prevista per la distribuzione italiana e speriamo di farlo con un premio dalla berlinale.