BUTTANISSIMA SICILIA

In terra siciliana si sono storicamente combattute con fortune alterne la Mafia e le istituzioni, e spesso gli avversari si sono presi a braccetto per grandi scorpacciate di sarde a beccafico annaffiate di Regaleali, tutto a spese nostre. Oggi è in atto un altro tipo di scontro tutto interno alle istituzioni, una guerra tra partiti siciliani, tra procure siciliane, tra governo nazionale e sub-governo regionale dove i fronti opposti sono l’accoglienza, una parola che una volta era sinonimo di sicilianità, e la xenofobia nella sua espressione più tragica e sanguinaria, quella che preferisce vedere i naufraghi morti sulla battigia che soccorsi nelle strutture sanitarie. E’ così che è apparentemente fallita la vergognosa speculazione del governatore Nello Musumeci che giocando con l’epidemia avrebbe voluto trasformare la Sea Watch 3 in una nave dei dannati. La legge (e il buonsenso) hanno prevalso e i 194 naufraghi sono sbarcati a Messina e verranno tenuti in osservazione per il periodo previsto sulla terraferma. Tutto a posto? Nemmeno per sogno, perchè lo scopo ultimo della falange istituzionale razzista siciliana non era di maltrattare proprio quei 194 specifici disgraziati ma di fermare le navi di soccorso per condannarne a morte un numero imprecisato in un qualsiasi pezzetto di mare imprecisato tra noi e la Libia. E’ per questo che agli equipaggi della Sea Watch 3 e della Ocean Viking, uniche due navi tra le centinaia che sono entrate nei nostri porti dall’inizio della crisi epidemica, è stato impedito non di scendere a terra come sarebbe logico supporre, ma di andarsene, di riprendere il mare alla ricerca di altre vite da salvare. Bloccate in una crudele quarantena amministrativa sperando che i giorni di fermo facciano sparire in fondo al mare il numero più alto possibile di migranti, e se proprio non ce la fanno a crepare che almeno siano ricatturati dai loro aguzzini, pagati vestiti addestrati e armati da noi.