L’ASPEN INSTITUTE ED IL CIRCOLO DEI 7 – parte 2
La nostra storia continua, sempre tenendo conto che si tratta di chiacchiere metropolitane, alla stregua degli alligatori nelle fogne di New York. E come in ogni leggenda urbana che si rispetti, ci deve essere un fondo di verità, un appiglio al reale. Nella prima parte abbiamo parlato del Circolo dei 7, formato dalle 7 famiglie industriali e bancarie più longeve della storia, e di un circolo, solo apparentemente simile, denominato Les Henokiens. Apparentemente, appunto, perché in realtà le finalità di quest’ultimo sono la ricerca della solidarietà tra aziende globali, la condivisione della visione del futuro, mentre i 7 monitorerebbero gli andamenti finanziari, favorendo lo sviluppo di quelle realtà che poi andranno ad inglobare, fino a divenire talmente potenti da indirizzare le politiche economiche di intere nazioni. Ovviamente non può essere presa sul serio una teoria del genere, anche perché, se così fosse, andrebbero rivisti certi sodalizi, certe organizzazioni, certe istituzioni, come ad esempio l’Aspen Institute. Sono pochi i non addetti ai lavori che conoscono l’Aspen Institute, una organizzazione internazionale, o sovranazionale come dicono alcuni, fondata nel 1950, e con le finalità di incoraggiare le idee, i valori immutabili, i leader di stampo illuminato. Questa organizzazione è finanziata da alcune fondazioni come la Carnegie Corporation, istituita dalla famiglia Carnegie, una tra le più potenti e influenti degli U.S.A., dalla Rockefellere Brothers Fund, e dalla Ford Foundation, solo per citarne alcune. Vi sono sedi della Aspen ovunque negli Stati Uniti e nel mondo, anche in Itala, ed il fatto che al suo interno vi siano personaggi gravitanti intorno al mondo della politica e delle istituzioni, non implica necessariamente una commistione negativa. Andando sul sito della Aspen Italia si potrà notare, tra i membri di spicco, come il nome di Giuliano Amato sia vicino a quello di Giulio Tremonti ed anche a quello di Lucia Annunziata, tre aree ideologiche molto distanti tra di loro eppure in grado di collaborare per portare avanti una missione “ di internalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese…”. Un progetto ambizioso quello di formare i futuri leader, secondo i suoi detrattori il metodo Aspen non si basa più sulla competizione e sull’uso del buon senso, ma semplicemente sulla assimilazione di concetti e sulla capacità di dire si, o meglio, di non dire no, di recepire le indicazioni fornite ed usarle nella direzione voluta e stabilita dall’alto. Ma ovviamente, non c’è bisogno di dirlo, non è credibile una simile teoria, significherebbe la fine della libera scelta, perlomeno a livello politico, e la democrazia si limiterebbe ad essere un paravento per una dittatura insidiosa e pericolosa. Effettivamente sorprende che, sia sul sito della Aspen Italia che su quello de Les Henokiens compaiano più o meno le stesse parole, riferite al progetto originario, però pensandoci bene, la circolazione delle idee si ritrova ovunque in campo filosofico, artistico e finanziario, anche se sul sito dell’Aspen si chiarisce di “dibattiti a porte chiuse”. Si tratta sempre di speculazioni filosofiche su argomenti che, in qualche modo, mettono paura e generano inquietudine, specialmente se riferite a situazioni che appaiono distanti. Ma se volessimo continuare con la nostra storia, di fantasia, dovremmo analizzare chi sovvenziona certi progetti….
