ECCO PERCHÉ AL SUPER TUESDAY VOTO PER BERNIE SANDERS

Alla fine eccoci: è arrivato ilSuper Tuesdayin cui siamo chiamati a votare chi tra i dem potrebbe sconfiggereDonald Trump. Sembra facile: dopotutto è stato ilpresidente peggiore del secolo, ne ha fatte di cotte e di crude. Ha superato unimpeachment, ha distrutto tutto quello che (di buono) aveva fattoBarack Obamanegli otto anni della sua presidenza; ha alienato gliStati Unitidal resto del mondo. Insomma, un disastro E finalmente si può votare una persona che lo cacci dallaCasa Bianca. E ripristini una volta per tutte ciò che di positivo gliStati Unitirappresentano. Eppure credo che sia tutt’altro che una passeggiata scegliere chi potrebbe davvero riuscire nell’impresa. Ilpartito dell’Asinellosi trova in una posizione difficile: c’è chi crede fermamente nellasua centralità, rinvigorita daJoe Biden– che lunedì ha raccolto i voti diPete ButtigiegeAmy Klobuchar, i due candidati ritirati dallePrimarie– e chi crede che non sia il momento di proporreprogrammi estremi,almeno per gli Stati Uniti, come quelli diElizabeth WarreneBernie Sanders. Joe Biden rappresenta un ritorno allapolitica americana pre-Trump. Dopo quattro anni di incredibile smarrimento, è unacertezza: l’America vera sta nel centro, senzanessuna esagerazionea destra come a sinistra. Biden ha uncurriculum eccezionale, e non solo grazie a Obama di cui è stato il vice. È riuscito a far passare leggi importanti grazie alla suacapacità di accettare compromessicon i repubblicani. È riuscito a salvare le fabbriche automobilistiche; ha supportato ilViolence against Women’s Act. Ed è in grado di intercettare ilvoto degli afroamericanie delleminoranze, fattore importante se non decisivo per vincere Sembra facile: dopotutto è stato ilpresidente peggiore del secolo, ne ha fatte di cotte e di crude. Ha superato unimpeachment, ha distrutto tutto quello che (di buono) aveva fattoBarack Obamanegli otto anni della sua presidenza; ha alienato gliStati Unitidal resto del mondo. Insomma, un disastro. E finalmente si può votare una persona che lo cacci dallaCasa Bianca. E ripristini una volta per tutte ciò che di positivo gliStati Unitirappresentano. Eppure credo che sia tutt’altro che una passeggiata scegliere chi potrebbe davvero riuscire nell’impresa. Ilpartito dell’Asinellosi trova in una posizione difficile: c’è chi crede fermamente nellasua centralità, rinvigorita daJoe Biden– che lunedì ha raccolto i voti diPete ButtigiegeAmy Klobuchar, i due candidati ritirati dallePrimarie– e chi crede che non sia il momento di proporreprogrammi estremi,almeno per gli Stati Uniti, come quelli diElizabeth WarreneBernie Sanders. Joe Biden rappresenta un ritorno allapolitica americana pre-Trump. Dopo quattro anni di incredibile smarrimento, è unacertezza: l’America vera sta nel centro, senzanessuna esagerazionea destra come a sinistra. Biden ha uncurriculum eccezionale, e non solo grazie a Obama di cui è stato il vice. È riuscito a far passare leggi importanti grazie alla suacapacità di accettare compromessicon i repubblicani. È riuscito a salvare le fabbriche automobilistiche; ha supportato ilViolence against Women’s Act. Ed è in grado di intercettare ilvoto degli afroamericanie delleminoranze, fattore importante se non decisivo per vincere le elezioni Ma anche deilati oscuri: ha votato per la guerra in Iraq, è tra i responsabili della legge che ha fatto finire in carcere tantissimi ragazzi per crimini minori. Insomma, è undemocratico di centro, bravo, manon sempre convincente. Gli mancano, va detto, due cose importanti: ilcarisma di Obamae l’entusiasmoche potrebbe portare igiovani(che sono il vero punto interrogativo delle elezioni) aspegnere Netflixe andare a votare. Se fossi una persona coerente, forse voterei per lui. L’America post Trump ha bisogno di sicurezze, distabilità. Di una persona che conosce bene come funziona Washington e che sa come e cosa proporre. Anche se è ben lontano dal fascino di Obama, ne sposa comunque la linea politica. Eppure è difficile rimanere impassibili al programma e al carisma diBernie Sanders. Soprattutto pernoi europeiche ci siamo trasferiti qui malgrado tutto. Ci sembra ovvio che laSanitàe l’Istruzionesiano un diritto di ogni cittadino. Così come che laclasse mediaabbia bisogno del sostegno delgoverno. Non si tratta disocialismo, parola che fa venire lagrattarolaa molti americani. Si tratta disenso comune. Da questa parte dell’Atlantico però significa votare per chi sembra essere unrivoluzionario, unoutsider, e dopo quattro anni di destabilizzazione, mi chiedo se l’America sia pronta per altri quattro anni di confusione, di rivoluzione, o se sarebbe meglio ancora una volta votare per la solidità: cioè Biden. Questa volta però ho deciso di rischiare e scegliere Bernie. Perché siamo nel 2020 e il Pianeta sta andando a catafascio, perché ci sono ancora milioni di persone che muoiono perché non hanno accesso allecure mediche. PerchéWall Streetdeve cominciare a contribuire albene comune. Ma soprattutto perché se l’America deve cambiare, spero che cambi per il meglio. E che Dio mi benedica.