LA ROMA CHE MIA MADRE HA SEMPRE AMATO

LA ROMA CHE MIA MADRE HA SEMPRE AMATO

Mia madre, nei suoi 71 anni di vita, non si allontanò mai oltre un massimo di 120 chilometri da Roma – a parte Firenze e Venezia che vide in viaggio di nozze.Ciò nonostante era cosi convinta che Roma fosse un mondo, che non sentiva il bisogno di viaggiare. Nelle rare volte in cui si avventurava a piedi per il centro sentiva di “appartenere” – non di vivere soltanto – a una città arcana che le parlava misteriosamente di cose che non conosceva razionalmente e nominalmente, ma conosceva ancora più profondamente – senza parole – nel profondo del suo cuore.La città all’epoca non era ostile, non era separata dalla natura, non era abitata da monadi umane isolate ciascuno davanti al proprio piccolo schermo luminoso portatile, non era un teatro di piccoli e grandi soprusi e di piccole e grandi mancanze, non era avvelenata dal cinismo e dal disprezzo della cosa pubblica.Era ancora una comunità e lei sentiva a tutti gli effetti di farne parte e ne era fiera.Non era solo una comunità di vivi, ovviamente. Ma di tutti i morti che in 3000 anni di storia avevano formato la stessa terra su cui lei camminava.Oggi la città è disincantata e vuota come la scena di un teatro ai tempi del coronavirus.Ma il mio amore – che era il suo amore – sopravvive.