BUONGIORNO UN CORNO! GIOVEDI’ 5, I NAZISTI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS …

C’è una storia di tanti anni fa che merita di essere raccontata. Ma è difficile in questi giorni parlare di qualsiasi cosa senza nominare il coronavirus, altrimenti i motori di ricerca non ti taggano e nessuno legge i tuoi articoli online. Allora rimediamo ingannando il sistema: ogni due o tre paragrafi ne mettiamo uno dedicato al coronavirus, così google ci indicizza anche se parliamo come in questo caso di nazisti. Non dell’Illinois (cit. Blues Brothers), proprio quelli veri di tanti anni fa in Germania. E in Argentina soprattutto, visto che questa ignobile storia ha al suo centro i nazisti scappati in Sudamerica dopo la seconda guerra mondiale e la caduta di Hitler. Ma c’è anche la Svizzera, una sua banca per l’esattezza, perché c’è anche un tesoro in questa sporca storia, denaro sporco di sangue. Una storia di 75 anni fa che ci spiega bene come nascono molte ricchezze di oggi. “Uno tsunami sta travolgendo l’Italia. Ci sarà la sospensione dell’attività didattica, in zona non rossa, misura resasi necessaria per evitare i contagi. In accordo con il Comitato tecnico scientifico e con il Cdm la sospensione è stata decisa fino al 15 marzo”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina parlando davanti alle Commissioni riunite Camera e Senato. Pedro Filipuzzi è un ricercatore argentino che qualche tempo fa si è messo in contatto con Shimon Samuels e Ariel Gelblung, rispettivamente Direttore delle relazioni internazionali e Direttore dell’America Latina del Centro Simon Wiesenthal. Ha una lista da sottoporre ai due, una lista con 12 mila nomi. Nomi che scottano, tutti gerarchi nazisti fuggiti appena divenne chiaro il crollo della follia hitleriana, a guerra in corso dunque, persone che hanno trovato rifugio nell’Argentina del dittatore Edelmiro Julián Farrell, al potere dal 24 febbraio 1944 al 4 giugno 1946. Ferrel, simpatizzante dell’asse nippo tedesco italico, dichiarò guerra alla Germania soltanto nel marzo del 1945, e questo lascia capire molte cose sulle sue tendenze politiche. Non tutti i nomi della lista sono coinvolti nella gestione del fiume di denaro, frutto del furto che i nazisti compirono ai danni degli ebrei che venivano “espropriati” di ogni loro bene prima di essere uccisi nei campi di sterminio. Va detto però che all’interno di questa lista si trovano i nomi dei responsabili diretti della gestione di quel denaro. Quando divenne chiaro che la Germania avrebbe perso la guerra, si pose il problema, per i gerarchi vigliacchi che non intendevano affrontare le conseguenze delle loro rivoltanti azioni disumane, di far uscire il denaro dalla Germania ormai distrutta. “24 casi positivi, 399 persone sotto sorveglianza attiva”. È questo il bollettino sulla situazione Coronavirus in Liguria, reso noto dalla vice presidente Sonia Viale durante l’ultima conferenza stampa di aggiornamento. Molti di questi 12 mila nazisti avevano uno o più conti bancari nella Schweitzerische Kreditanstalt, che in seguito divenne la Credit Suisse Bank, con sede a Zurigo, in Svizzera. Parliamo di miliardi di euro affidati al segreto bancario svizzero, facenti capo a ex gerarchi trasformatisi in uomini d’affari argentini. Siamo a conoscenza di questa vicenda perché il Centro Simon Wiesenthal, dal nome del famoso cacciatore di criminali nazisti, ha presentato lunedì scorso una richiesta formale alla banca del Credit Suisse per ottenere l’accesso a quei conti. Per il Centro quei soldi dovevano servire a finanziare le attività imprenditoriali dei tedeschi responsabili di crimini contro gli ebrei riciclati come imprenditori nel paese sudamericano. Ci sono quindi due passaggi da spiegare. Intanto come quei soldi siano passati dalla Germania all’Argentina, visto che la moneta tedesca all’epoca non poteva essere immessa sul normale mercato dei cambi, in quanto nessun Paese delle forze coinvolte nello sforzo bellico per fermare Hitler avrebbe permesso al regime nazista di finanziarsi in qualche modo. E poi come questi soldi siano passati dall’Argentina alla Svizzera. Un riciclaggio internazionale che non sembra aver fatto molto scalpore sulla stampa internazionale perché i fatti come detto risalgono a 75 anni fa, ma quei soldi sono alla base della fortuna ancora attuale del Credit Suisse, meritano quindi una spiegazione. “Con il ministro della Sanità Roberto Speranza, il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha parlato della necessità di comunicazioni «importanti per convincere i cittadini a mantenere comportamenti necessari ad evitare la diffusione del contagio”. Secondo la denuncia del Centro Wiesenthal, una volta trasportati clandestinamente in Argentina quei soldi sarebbero stati distribuiti ad alcuni tedeschi che nel frattempo avevano impiantato lì attività imprenditoriali, intestandosi dei conti bancari che avrebbero permesso di lavare quei soldi sporchi. Il riciclaggio sarebbe avvenuto tramite un conto madre che in seguito, già in Svizzera, venne diviso in diversi conti con intestazioni diverse. Nomi contenuti appunti nella lista dei 12 mila ritrovata da Pedro Filipuzzi, che tutti credevano andata perduta, perché che la lista esistesse era un fatto noto, ma si pensava che il regime del dittatore Farrel l’avesse addirittura fatta bruciare nel 1943. Qualcuno invece era riuscito a farne una copia, forse allo scopo di mettere in atto qualche ricatto negli anni successivi. Il documento è stato ritrovato da Filipuzzi nella biblioteca Banade di Buenos Aires. In quella biblioteca un signore di nome Olegario Brest ha avuto il compito nei primi mesi dell’era governativa democratica di Raul Alfonsin, tra l’83 e l’89 di classificare molti documenti, la maggior parte privi di utilità. A fine carriera però scopre per caso questo elenco, con nomi, cognomi, date e tessere associative. Decide quindi, prima di ritirarsi, di affidare la lista al suo giovane collaboratore, appunto il ricercatore Filipuzzi. Questo elenco per il Centro Wiesenthal è l’anello mancante tra la rapina subita dagli ebrei e la fortuna congelata presso il Credit Suisse. Parliamo di circa 33 miliardi di euro. Su cui adesso hanno messo gli occhi anche alcuni degli eredi dei nazisti ripuliti e diventati imprenditori. Ma questa è un’altra storia. Forse ancora più squallida. I malati da coronavirus sono 2.706 in tutta Italia, ha detto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, 443 in più rispetto a martedì. In terapia intensiva ci sono 297 persone, mentre si contano fino ad oggi 276 guariti, in aumento del 72,5% nelle ultime 24 ore. L’Organizzazione mondiale della sanità avverte: “Nessuno è immune, la mortalità del virus è pari al 3,47% , quindi maggiore rispetto all’influenza”. Allarme dalla Germania: “Pandemia globale”. Il filo nazista Farrel ha quindi consentito la conversione della valuta tedesca in valuta corrente. Ha poi fatto distruggere i documenti, o così credeva, che ne attestava la provenienza. A quel punto gli ex nazisti convertiti in imprenditori hanno aperto con questi soldi macchiati di sangue prima un conto principale e poi diversi conti presso la banca Schweizerische Kreditanstalt, dalla cui chiusura e nato il Credit Suisse, che ha immesso tra i suoi capitali iniziali questi soldi sporchi, che includevano quelli di diverse imprese tedesche come la IG Farben, fornitrice del gas Zyklon-B, utilizzato nelle camere di sterminio. Ora il Centro Simon Wiesenthal chiede al Credit Suisse la restituzione di quel denaro. Come credete che andrà a finire? Niente cinema, teatro concerti. Concorsi slittati in là nel tempo. Accessi vietati per gli accompagnatori nei Pronti soccorsi. E perfino hospice e residenze per anziani chiusi alle visite dei parenti, salvo autorizzazione della direzione sanitaria. Il governo pensa di estendere in tutta Italia le misure adottate fin qui nelle tre Regioni più colpite dall’epidemia del coronavirus.