ISTAT. CONFERMATO IL DATO CONGIUNTURALE PIL IV TRIMESTRE, DATO TENDENZIALE +0,1%

ISTAT. CONFERMATO IL DATO CONGIUNTURALE PIL IV TRIMESTRE, DATO TENDENZIALE +0,1%

Per quel che concerne i dati sull’andamento congiunturale non si rilevano variazione rispetto a quelli diffusi il 31 gennaio scorso, il riscontro positivo riguarda il dato tendenziale, rivisto al rialzo. L’”eredità” in termini di crescita acquisita per il 2020 corrisponde allo stato di stagnazione in cui si trova l’economia italiana, ed è stimata dall’Istat a -0,2%. Con le prospettive che ha creato l’emergenza sanitaria in atto – contingenze che non sono arrivate come fulmine a ciel sereno, ma semmai come ulteriore ostacolo alle strategie poste in essere dal Governo per riprendere le redini dello sviluppo e della ripresa – questi dati sono semplici istantanee del clima di difficoltà che sta attraversando il Paese. Con l’ultimo comunicato l’Istat infatti conferma il calo del Pil relativo al IV trimestre 2019: -0,3%.  Su base tendenziale il Prodotto interno lordo è stato rivisto al rialzo, ma solo lievemente, ossia +0,1%, (nella precedente stima era stata nulla,  pari a zero). Sono dati che mettono in evidenza un trend di flessione, soprattutto in termini congiunturali: il terzo trimestre si era concluso con un incremento dello 0,1%, e +0,5% tendenziale.  I dati riguardanti il quarto trimestre, registrano il più forte calo dal 2013. I dati sul Pil del quarto trimestre, si legge nel comunicato Istat, sono espressi in valori concatenati, e l’anno di riferimento è il 2015, corretto per gli effetti del calendario e destagionalizzato. Di poco positivo il dato tendenziale, che rileva un aumento dello 0,1% rispetto al 2018. L’ultimo trimestre del 2019, precisa l’Istituto di Statistica, ha avuto due giorni lavorativi in meno rispetto a quello precedente, e lo stesso numero rapportato al quarto trimestre del 2018. Secondo questi dati la variazione acquisita per l’anno in corso è pari a -0,2%. Rispetto al terzo trimestre, si legge nel comunicato, tutti gli aggregati della domanda interna hanno riportato un calo, dello 0,2% per i consumi finali nazionali, mentre per gli investimenti fissi lordi il calo è stato dello 0,1%. Contrazione rilevata nell’import, che si è ridotto dell’1,7%, l’export è cresciuto invece di poco, ossia dello 0,3%. L’Istituto precisa che la domanda nazionale, al netto delle scorte, ha inciso in modo negativo per lo 0,2% alla crescita del Pil, e con lo 0,1% dei consumi di famiglie e Istituzioni Sociali Private (ISP). Per quel che concerne gli investimenti fissi lordi e la spesa delle Amministrazioni Pubbliche, il contributo è stato nullo. Ha inciso in modo negativo sull’andamento del Pil anche la variazione delle scorte, per 0,7 punti percentuali. Positivo il rilevamento della domanda estera netta, con 0,6 punti percentuali. Negativo l’andamento congiunturale che riguarda sia il valore aggiunto nell’industria, che dei servizi, i quali si sono contratti per valori pari (il primo) all’1,2% e l’altro allo 0,1%. Cresce invece il valore aggiunto del settore agricolo: +1,4%.