LA SPIA DELL’ HEZBOLLAH

Mariam Taha Thompson, interprete e specialista di arabo, in servizio con la Difesa americana, è stata arrestata con l’accusa di spionaggio. Avrebbe passato informazioni al movimento filo-iraniano Hezbollah.Sotto il materassoLa donna, 61 anni, originaria di Rochester (Minnesota), era distaccata in una base all’estero ed aveva accesso a dati riservati. Attorno al 30 dicembre, all’indomani di un raid Usa contro milizie sciite e dopo le proteste davanti all’ambasciata statunitense a Bagdad, ha iniziato il suo saccheggio consultando file riservati che non riguardavano il suo lavoro. Per sei settimane ha messo le mani su identità, nomi di copertura, foto, background e aspetti segreti riguardanti numerosi agenti. Alcuni dettagli erano annotati in arabo su foglietti ritrovati nella sua residenza durante una perquisizione. Li aveva nascosti – si fa per dire – sotto il materasso. Una mossa non proprio da Mata Hari, anche se ciò che conta è cosa è riuscita a trasmettere.I possibili danniLa Thompson ha riversato parte del «bottino» ad un complice, con il quale aveva un rapporto sentimentale. Sembra che la sua sponda ricopra un incarico ufficiale nell’establishment libanese e sia collegato ai guerriglieri del partito di Dio, la fazione alleata di Teheran. Vedremo nelle prossime ore se usciranno maggiori particolari sull’attività della talpa, sui danni arrecati e su cosa l’abbia spinta a tradire. Il fatto che avesse un legame personale con l’agente straniero fa pensare alla classica trappola di miele, con il target sedotto e convinto a collaborare.InterrogativiL’intera vicenda contiene tre aspetti: 1) La donna lavorava “a contratto” a Erbil (Iraq), come molte altre figure che sono impegnate nella Difesa e nella sicurezza: non è facile controllare il background, ma in passato sono già emerse falle. 2). Ci si chiede come una traduttrice abbia avuto accesso a dossier delicati. 3) Qualcuno ha perso la vita o è stato catturato dall’Hezbollah?