NON RINUNCIAMO A VIVERE. ANDIAMO AD ABBRACCIARE ALBERI

NON RINUNCIAMO A VIVERE. ANDIAMO AD ABBRACCIARE ALBERI

Di tutte le misure prese da Palazzo Chigi per contenere il contagio da coronavirus ce n’è una per me davvero insopportabile. Riesco a superare seppure a malincuore la chiusura momentanea di teatri, cinema e altri luoghi di aggregazione, comprese le chiese, ma mi riesce davvero difficile rinunciare a strette di mano, abbracci e baci. Sarà perché sono meridionale e come tale abituato al contatto fisico, sarà perché la mia natura mi porta ad essere accogliente verso gli altri, trovo questo divieto davvero inaudito. Direi paradossale. Chi mi conosce bene sa che da questo profilo fb ho spesso insistito affinché si vada oltre le incombenti faccine, che si recuperino i rapporti umani sani e diretti. Non ho niente contro abbracci  e baci ma credo che abbracciare e baciare sia tutta un’altra cosa. È questione di appagamento psicofisico. Oggi le istituzioni mi hanno messo in minoranza e se pure volessi continuare nell’atteggiamento a me più congeniale sarei passibile di reato di bacio preterintenzionale o di procurato abbraccio. E allora che si fa? Non capisco ma mi adeguo … anzi no, capisco fin troppo bene: perché anche questa malattia si è adeguata purtroppo ai tempi che viviamo, al clima di odio, incomprensione e sopraffazione e così ha tolto di mezzo gli unici segni evidenti di gentilezza, bontà e disponibilità. Il mondo va verso l’era glaciale anche negli affetti … Io però non mi arrendo e a costo di essere ridicolo vado in un parco ad abbracciare gli alberi. Per non rinunciare a vivere, in attesa di tornare alle mie sane abitudini di interazione con gli altri. Chi mi segue?