USA, LA CAMPAGNA MISOGINA CONTRO LA WARREN NE ARRESTA LA CORSA
Elizabeth Warren rinuncia alla corsa per la nomination dopo il risultato per lei tragico del Super Tuesday. Era la mia candidata preferita, a mio avviso la più convincente e più articolata nelle sue proposte, pur se non si è mai definita una socialista bensì una che vorrebbe domare gli spiriti animali del capitalismo finanziario. In un campo all’inizio pieno di donne, sono così rimasti solo due uomini bianchi e in età avanzata a contendersi il campo e a contenderlo a Trump. Trovo sconsiderata la campagna che è stata fatta sulla presunta ‘ineleggibilità’ di Warren, una campagna basata sul presupposto che un macho come Trump può essere battuto solo da un altro macho. Chi sa leggere il presente con la lente della differenza sessuale sa bene che è il contrario: il machismo suprematista e sovranista lo sconfiggono solo le donne. E non mi piace affatto che questa campagna misogina sia stata portata avanti anche da svariati sostenitori di Sanders, compresi gli amici e compagni di Jacobin USA, quelli che “prima la classe”.
