“CON LA DILIGENZA DEL BUON PADRE DI FAMIGLIA”
Del Coronavirus non sanno abbastanza gli scienziati, figuriamoci quanto possono valere le sciocchezze che circolano a ruota libera sui social per lo più diffuse con la medesima spregiudicatezza con cui vengono trattati argomenti che, a differenza dell’epidemia, lasciano il tempo che trovano. Come per le partite di calcio e per gli scontri politici anche sul Coronavirus ci si divide subito in due fazioni opposte, quella degli strafottenti e quella dei catastrofisti, ed è così che si indebolisce l’unica vera barriera tra noi e la malattia, una barriera fatta di ragionevolezza e disciplina. Chi non possiede nè l’una nè l’altra è destinato a cadere certamente nel panico e forse nel contagio, è solo questione di tempo. Facile fare gli sbruffoni se si è lontani dalle zone rosse, salvo poi scoprire che si è ammalato un collega o quello del piano di sopra ed essere costretti a fare repentinamente i conti con una realtà che si era deciso di ignorare. Adottare modalità di comportamento che consentano di tenere a bada il contagio richiede attenzione e sforzo, oggetti quotidiani come la maniglia del portone, il cartone del latte o una semplice banconota possono portare il virus dentro casa nostra senza alcun bisogno che qualcuno ci tossisca in faccia. Concentriamoci sulla salvaguardia del nostro piccolo spazio vitale cercando di lasciare al caso un numero minimo di occasioni, usciamo da quello spazio soltanto se è davvero indispensabile e quando siamo costretti a farlo usiamo le precauzioni che ormai tutti conosciamo: niente contatti ravvicinati e lavarsi le mani appena possibile. E’ tutta qua la ragionevolezza di cui parlavo. Se poi vi avanzano energie per dare la colpa ai cinesi, ai tedeschi o a chi vi pare fatelo pure, possibilmente senza sputazzare sulla tastiera.
