FARE LA SPESA IN TEMPI DI CORONAVIRUS E IMBATTERSI IN CHI NON HA LETTO KAFKA

FARE LA SPESA IN TEMPI DI CORONAVIRUS E IMBATTERSI IN CHI NON HA LETTO KAFKA

Delirium tremens. Al super oggi, teatrino. Il cassiere mi fa notare che secondo le disposizioni, come da cartello affisso, i clienti debbono stare uno all’inizio del tapis-roulant, l’altro alla fine. Io ero giusto un metro più all’interno, comunque distante quasi tre metri dal cliente che mi stava precedendo. Ma lui insiste, ad alta voce mi dice di andare più indietro.Faccio notare a mia volta che spostandomi dove dice lui, c’è un altro cliente, mi avvicinerei a tale signore estraneo fino a mezzo metro e questo è contro le disposizioni del Governo. “Così rischio di beccarmi il coronavirus da questo signore”.Il signore protesta dice che il coronavirus lui non ce l’ha.Il cassiere risponde, sempre ad alta voce, che non può farci niente, le disposizioni sono queste e lui le deve far rispettare. Gli chiedo: “Ha mai letto Kafka?”. “Caffa chi?”.Interviene un quarto signore, in coda, con una voce potentissima si mette a gridare: “State a casa! Se avete paura state a casa, non venite a lavorare! Basta con queto incubo! Rompe il c*** più la paura che il virus, state a casa!”. Trilla il citofono interno, il cassiere alza la cornetta e spiega che cosa sta succedendo. Sarà cazziato, presumo. Gli sta bene, se avesse letto Kafka si sarebbe reso conto di che cos’è una situazione grottesca. Altro che Manzoni e la peste, Kafka, signori, Kafka.