DURO LAVORO DEI NONNI BABY-SITTER AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

DURO LAVORO DEI NONNI BABY-SITTER AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

DURO LAVORO DEI NONNI BABY-SITTER AL TEMPO DEL CORONAVIRUS(COME SUONA STONATA ORA LA SPARATA DI CORTELLESI IN “FIGLI”) Il brano qui sotto è tratto da un articolato servizio dei Corriere.it che prende in esame vari casi. Il racconto di Paola Ghisio, 78 anni, mi pare particolarmente interessante; e in buona misura contraddice la famosa sparata di Paola Cortellesi alla mamma ultrasessantenne, ritenuta egoista e disinteressata, invece solo decisa a vivere in modo decoroso la propria vecchiaia, nel film “Figli” di Mattia Torre e Giuseppe Bonito (il link nel primo commento). .—-«Le dico francamente. Se proprio devo badare ai nipoti, preferisco tenerli tutti e sei insieme, piuttosto che alla spicciolata. La reclusione forzosa in casa con la nonna forse qualcosa insegna anche a livello di famiglia. Imparano ad aiutarsi tra cugini. Ho però una domanda. Quanto tempo andremo avanti così, con le scuole e le attività del pomeriggio bloccate e i nonni di corvée? Noi abbiamo un limite di resistenza, il governo lo sa?». Se c’è una cosa che non manca a Paola Ghisio, 78 anni, è l’energia: «Per qualche giorno i genitori hanno potuto organizzarsi con permessi o smart working ma alla lunga il peso ricade su di noi. È un po’ un controsenso. Siamo trattati a tutti gli effetti come forza lavoro in grado di badare a noi stessi e anche ai bambini. Ma adesso ci fanno sentire vecchietti cagionevoli e ci dicono di rimanere in casa, rintanati. Un pochino disorienta».Mentre parla, la nonna segue Achille e Filippo, cinque e sei anni, che impastano gnocchi. Bea e Tommaso, 7 e 11, fanno i compiti al tavolo, Agostino, 12, approfitta per stanare furtivamente l’iPad e Mati, 14, chatta al telefonino. Lei li guarda con affetto. Ha lasciato l’ufficio dove lavorava in proprio qualche anno fa: «Da allora sono stata assunta dai miei figli come baby sitter. Già senza coronavirus ho tutti i pomeriggi impegnati tra basket, calcio, danza e compiti. Del resto faccio allenamento d’estate, li tengo sempre un mese. Il pranzo è il momento topico: ognuno vuole la pasta condita diversa, di solito sono flessibile ma oggi no: “C’è il sugo Filippo, se lo vuoi bene, altrimenti mangerai stasera da tua mamma”». Storie di ordinaria follia a casa dei nonni, risorsa inestimabile per le famiglie con prole: «La verità è che siamo simpatici. E che senza di noi, la società non andrebbe avanti». (Elisabetta Andreis)