LA PAURA DI POTER ESSERE DIVERSI
Sì, c’è chi patirà disagi. Nel lavoro, nei rapporti famigliari.Ma poi c’è chi semplicemente non vorrà arrendersi all’idea di cambiare, anche solo sospendere le proprie abitudini.Sono quelli che il patimento lo grideranno di più, quelli che imprecheranno e sfideranno sfacciatamente le regole. E che sentiremo a ogni angolo di strada inveire o sghignazzare a voce alta.A loro voglio parlare.Di cosa avete paura? Perchè è questa la verità, avete una paura tremenda all’idea di non potervi piu’ fermare nel tragitto verso casa a ingollarvi il negroni e pazienza se a casa la cena è gia’ pronta e la famiglia vi aspetta.O non avete nessuno e vi spaventa a morte l’idea di dovervi costruire una serata attraversando un po’ di pensieri, girandovi attorno a guardare cosa in quella vostra casa davvero parli di voi.Perche’ siete terrorizzati all’idea di uscire non per immergervi tra la gente, ma per fare una passeggiata da soli?Perche’ vi sentite smarriti all’idea di scegliere un bar perche’ è vuoto e silenzioso, invece che -al contrario – apposta quello più affollato?Perche’ vi spaventa dover tenere distanze , guadagnare spazi, darvi tempo?Io so rispondere per me stesso, perche’ solo certi rovesci spaventosi della mia vita mi stanno facendo il favore di rendere talmente esigue quelle paure da farle scomparire. Se non fosse stato così le proverei anch’io e ora so perche’. Il fatto è che con la scusa del tempo che non basta, del bisogno di appagarsi sempre e subito, del mondo che è stretto, in realtà siamo in perenne fuga. E quando non fuggiamo, ci nascondiamo, tra gli altri ,nei discorsi su massimi sistemi, nella gara delle ambizioni. E cosi’ riusciamo a raccontarci che non c’è tempo, non c’è posto, che di quelle cose abbiamo bisogno per respirare. E invece abbiamo il fiato sempre piu’ corto e ci costruiamo intorno una perfetta ed efficientissima macchina che produce angoscia.E il sistema non finisce li’, perche’ poi prevede che l’angoscia sia scusa sempre valida per non aver scrupoli, lanciare giudizi, esibire certezze , guardare appena intorno a noi, ma vicino. Mai distante , o avanti, men che meno indietro.Io non so quanti di noi dopo questa avventura, questa specie di guerra, manterranno qualcosa del cambiamento al quale siamo costretti. Magari nessuno. Tutti torneranno alle cose di prima, più di prima.Ma credo che sarebbe un peccato, almeno non porsi la domanda: voglio ancora aver paura?
