MAX VON SYDOW UNO DEI MIEI EROI DEL GRANDE SCHERMO
Dovendo restare a casa ho più tempo per i miei post (mi perdonerete). E questo lo dedico a uno dei miei attori preferiti, Max Von Sydow, uno dei miei eroi del grande schermo, che oggi ci ha lasciato. Sto parlando di una leggenda del cinema, uno che con la sua presenza in locandina garantiva allo spettatore la bontà del film che lo aveva in cast. Per me almeno è sempre andata così. Appena vedevo che c’era Max von Sydow sapevo che il film valeva la pena. Dai capolavori in bianco e nero di Bergman che vedevo da ragazzina ai cineforum, come Il settimo sigillo, o Il posto delle fragole, fino poi a quelli più popolari come l’Esorcista, o al magico Deserto dei Tartari, di Zurlini, dal romanzo grandioso di Buzzati, interpretato insieme ad altri giganti come Gassman, Noiret, Trintignant, Rey, Perrin, Terzieff, Rabal, Gemma, ecc., a mille altri film, una carriera infinita e straordinaria, la sua. Ma per me tra tutti i suoi film quello che resta il più avvincente è “I tre giorni del Condor”, di S. Pollack, con Robert Redford protagonista e Max von Sydow che fa l’agente segreto dalle mille facce, al servizio del miglior offerente. Una parabola sui poteri occulti dei nostri tempi. Tutto il film è stupendo per me, lo so a memoria, l’avrò visto cento volte, l’ho anche messo in un mio romanzo, Città Sporca, dove il protagonista, il commissario Curreri, se lo sogna la notte come un incubo. Ecco, caro Max, a tua insaputa sei stato compagno della mia fantasia, del mio amore per il cinema e le storie, mio amico di avventure da quando avevo pochi anni. Il tuo sorriso impenetrabile, la tua classe indescrivibile, i tuoi silenzi così nordici, così fascinosamente scandinavi, i tuoi occhi intensi, e il lume di quell’ironia in fondo al tuo sguardo, quella scintilla che non si spegne. Mai. Nemmeno ora che non ci sei più. Quanto sei stato grande a regalarci tutti quei voli con la mente, quei misteri, quelle fantasie. Grazie Max, sei sempre con noi, nei tuoi bellissimi film e nella memoria
