POST SCRIPTUM

Nella fotografia, tratta dal Corriere, un’infermiera stremata. Guardando quella tastiera uno come me, che di scrittura vive, non può non sentirsi a disagio: c’è tastiera e tastiera. Ho una sola cosa da dire, a tutti: state a casa, finirà prima. E per sdebitarmi con la fotografia lo faccio dire anche a una delle tante lettere che ricevo. Grazie a tutti. E specie a te, Emanuele: “oggi ho fatto un turno, reparto di sub-intensiva, pazienti messi sotto CPAP od ossigeno ad alti flussi etc, etc.Sono un infermiere, sono un papà di due splendidi bambini, sono un cittadino, sono in servizio, con la scienza al mio fianco e la paura sulle spalle, un turno di 8 ore con altri 4 colleghi infermieri come me, con medici, con oss e tutto quello che fà da contorno; il pomeriggio procede c’è chi guarisce, c’è chi é stabile, c’è chi viene ricoverato e c’è chi viene dimesso, c’è chi viene trasferito in rianimazione ma c’è anche chi muore, già, muore.Questo virus non é democratico, non guarda in faccia a niente e nessuno, compie il suo “lavoro”.Non ha mezze misure.Non ha sfumature.Non é tollerante.Noi lavoriamo, ci adeguiamo a lui con le protezioni necessarie, lavoriamo per dare sostegno, lavoriamo per aiutare, per tamponare, entriamo in turno e cominciamo, andiamo avanti, somministriamo, controlliamo, cerchiamo di regalare un sorriso, ascoltiamo e andiamo avanti, rispondiamo alle richieste, si sente la stanchezza, ma non ci pensi, devi andare avanti, c’è il tempo per due battute con un collega, rapidi attimi di leggerezza per darsi la forza e poi si riprende; adeguiamo le risorse alle necessità, inventiamo sistemi centelliniamo i presidi, per non sprecare, avanti così fino alla fine del turno, avanti così fino al prossimo turno, avanti così fino a quando non lo sconfiggeremo, perché lo sconfiggeremo, perché tra poco tutto sarà solo un ricordo e speriamo che nel ricordo rimanga l’umiltà di apprezzare la libertà di cui ogni giorno godiamo, la libertà che ci siamo guadagnati, la libertà che per un po’ un nemico invisibile ci ha tolto. La libertà riconquistata grazie anche a persone come noi.Poi torno a casa, è notte inoltrata, apprendo la notizia della chiusura della Lombardia e altri paesi del nord, vedo gente che fugge o che fa l’aperitivo o che va a sciare, ammassati come fosse l’ultima volta della loro vits, vedo l’ignoranza della gente e l’incapacità di un governo in lotta tra il consenso democratico e la dittatura virale, vedo cose che non dovrebbero accadere.Siamo infermieri, siamo qui per voi, e voi non siete pochi, dovete darci una mano anche voi!”