CRONACHE DAL FRONTE (2)
        Nel mio condominio oggi l’ascensore tace. E’ un vecchio ascensore di legno, d’epoca, bello però solo a vedersi, perché si ferma ogni due per tre, gettando nella disperazione la signora del settimo piano, l’ultimo, che soffre di cuore e ha le gambe gonfie. Ma per noi tutti quell’ascensore resta comunque un motivo d’orgoglio, una sorta di blasone che ci ricorda i bei tempi andati, quando questo era un condominio se non di pregio quantomeno di grande dignità. In ogni caso, se mi metto in ascolto del suo elegante ma affaticato cigolio, io ho il controllo totale sulle uscite e le entrate dallo stabile: verifico se l’inquilino del terzo piano ha portato a passeggio il cane, so quando la mia dirimpettaia va a viene dal lavoro, e quanti clienti ci sono nei due B&B che hanno snaturato le nostre tranquille abitudini condominiali, lasciandoci nudi di fronte all’assalto impietoso dei turisti. Ma questa è un’altra storia. Quello che voglio dirvi è che già nei giorni scorsi mi ero accorto che il nostro ascensore era poco utilizzato, sentivo però che ogni tanto qualcuno spruzzava qualcosa dentro la cabina e nelle scale – disinfettante? – e lo faceva in silenzio, di nascosto, come se il virus fosse già entrato nello stabile e ci fosse da diffidare di tutti, anche di chi per anni ti ha prestato il sale o ti ha aiutato a portar su la spesa. Oggi però, con mia somma sorpresa, devo registrare, ahimè, la morte civile del mio ascensore, che tace ormai da diverse ore e sembra entrato in coma, in attesa di tempi migliori. Chissà, magari fra un paio di settimane, si riprenderà. Glielo auguro di tutto cuore, non merita una fine così.
