UNA TELEFONATA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Stamane mi è capitato di cercare un amico perché questo coronavirus mi obbliga a fare un collegamento con una tv romanavia Skype: potrei andare, ma non è il caso di mettere in ansia le persone e quindi… Quindi ho scaricato ‘sto Skype, ma non riuscivo a capire come usarlo. I colleghi della tv con cui mi dovrò connettere mi hanno chiesto l’indirizzo. “E che è?” Smanettando tra i contatti ho trovato quello di un amico e l’ho contatto. Disconnesso. Gli ho telefonato più volte, fondamentalmente per dirgli “mi cerchi su Skype e mi dici come mi chiamo?” Non ha risposto. Avrà avuto da fare? Certo. Ma questo dimostra cosa sia una telefonata al tempo del coronavirus. Può essere molto più che in tempi normali, magari una bottiglia gettata nel mare. Tutto qui? No, non è tutto qui. Se guardate con attenzione il decalogo del buon italiano ai tempi del coronavirus scoprirete che oltre che per portare a fare i suoi bisogni il cagnolino potete uscire anche per fare jogging. Siccome tutti sanno che si può uscire per motivi di lavoro, per fare la spesa e per andare in farmacia, sarà chiaro che il coronavirus ci attacca tutti prima e soprattutto sul lato spirituale, mentale e psicologico. Tutto questo esiste, è di pari importanza del dato fisico, ma non può essere tutelato. Come scrivere sul decalogo del ministero dell’interno che si può uscire anche per andare a guardare l’acqua del fiume (io ho il Tevere qui dietro e vado spesso a osservare lo scorrere lento dell’acqua)? E’ così che il telefono può diventare oltre a una bottiglia gettata nel mare anche un tentativo di preservare il proprio benessere mentale, il proprio sentirsi in comunità, parte di una comunità. Almeno quella degli amici. Fare una telefonata per dire “come stai?” può così servire ancor di più a noi che agli altri. È non farla agli occhi di chi non la fa e di chi non la riceve avrà maggior significato. Finiscono relazioni false? Dipende, può anche essere che ne rimangano vive alcune profondamente false, perché no. Certo con tanta ossessione per l’igiene non è questo il tempo giusto per mettersi a fare anche pulizia tra i propri amici, ma dobbiamo tenere presente che il benessere mentale è importante come quello fisico, e pochi sanno come tutelarlo. Di sicuro non lo sa, non può saperlo, il ministero dell’interno.
