CORONA VIRUS. NUOVO GIRO DI VITE IN ISRAELE
Nuove restrizioni sono state annunciate dal governo israeliano per arginare l’emergenza del Corona virus. Non siamo ancora all’isolamento totale tipo Italia e Spagna, ma ci stiamo avvicinando. In questo momento i numeri non sono ancora critici e lasciano un certo margine di manovra. In una settimana i casi sono aumentati da 42 a 200 e ancora zero decessi. Non siamo ancora arrivati ad una curva esponenziale e il governo sta cercando un compromesso accettabile per salvaguardare la salute pubblica senza portare al collasso l’economia. Le nuove disposizioni comprendono la chiusura di asili, scuole, università centri commerciali, luoghi di ristoro e di svago. Nessun assembramento di oltre 10 persone, anche nei luoghi di lavoro. Supermercati, banche, farmacie ed altri servizi essenziali rimangono aperti. La più clamorosa conseguenza del limitare il numero dei partecipanti ad una singola cerimonia a non più di 10 e il giuramento dei nuovi deputati, che si svolgerà domani. A quanto pare verranno fatti giurare a piccoli gruppetti di 3-5 legislatori. Israele ha deciso di adottare un provvedimento già in vigore in Corea del sud, Taiwan e Singapore: il tracciamento degli spostamenti dei contagiati per arrivare a isolare chi sia entrato in loro contatto nel modo più esatto possibile. Le forze di sicurezza interna del paese hanno delle tecnologie molto sofistacate, usate fino ad oggi esclusivamente nella lotta all’antiterrorismo, che permetterebbe un monitoraggio estremamente preciso. Ancora non sono chiari i possibili strascichi legati alla privacy e la questione non è ancora stata completamente risolta dai responsabili del ministero della giustizia. E’ impressionante come l’attuale situazione di emergenza abbia relegato un’altra emergenza, quella politica, ai margini dei notiziari. Israele è senza un governo stabile da più di un anno, e anche l’ultima tornata elettorale del 2 marzo non ha risolto l’attuale situazione di stallo. Netanyahu ha proposto la formazione di un governo di “emergenza nazionale”. Una proposta del genere era già stata avanzata dal presidente dello stato ebraico nelle elezioni precedenti, ma era rimasta lettera morta. Allora si parlava di un governo a rotazione: il primo anno primo ministro Bibi, poi due anni Gantz e quindi il quarto a Netanyahu o altro rappresentante del suo partito, il likud. Dopo gli ultimi risultati elettorali il premier israeliano ha conseguito una schiacciante vittoria dal punto di vista personale, e ciò gli permetterà di poter offrire di meno a un prezzo più caro. D’altro canto non è in possesso dei 61 parlamentari necessari per garantirsi la maggioranza. In ogni caso è sicuro che il processo nei suoi confronti, che avrebbe dovuto aprirsi questo martedì, slitterà di almeno qualche mese.
