NE USCIREMO STANCHI

Il tempo libero che fino alla settimana scorsa era la merce più rara oggi è a disposizione di tutti, e contemporaneamente le relazioni sociali che davamo per scontate sono ridotte al simulacro di se stesse rappresentato dai vari social e dal telefono. Sembra uno di quegli esperimenti sociologici del secolo scorso, le comuni, i kibbutz, i villaggi hippie dove però i parametri sono capovolti. Non ci si abbraccia, non si lavora insieme, non si condivide una bottiglia o una canna, si ride e si canta ognuno per proprio conto, e per proprio conto si piange e si ha paura. Non so come ne usciremo, forse migliori o forse peggiori, ma certamente ne usciremo diversi e stanchissimi.