COSA RESTERÀ DI QUESTO CLIMA DI FRATELLANZA E BONTÀ DOPO IL CORONAVIRUS?
Sono già curioso di vedere cosa resterà di tutto questo clima di unità, bontà, creatività spontanea e fratellanza quando il virus ci avrà lasciati, e dovremo probabilmente affrontare la peggior crisi economica da anni. Lo dico senza sarcasmo, perché sono curioso davvero. La sinistra smetterà le sue lotte interne spesso incomprensibili, come sarebbe logico fare? Non credo. La destra smetterà di battere il tasto dell’unico argomento in grado di formulare (i clandestini)? Ne dubito. I cittadine normali si riscopriranno più tolleranti, meno incivili, più rispettosi, come sta miracolosamente accadendo adesso? Può darsi, e sarebbe già un bel risultato. Di certo ricompreranno qualche tricolore da astuti bangla, in attesa degli europei di dicembre. Poi aspettiamoci un’onda lunga di retorica post-apocalisse, e quantità industriali di spot “l’Italia riparte” (brief che è già sulle scrivanie di tutti i creativi italiani da giorni, ve lo dico). Poi ovviamente sull’argomento arriveranno anche brutti film, alcune belle serie USA e qualche inutile libro, tra cui quello di Bruno Vespa. E poi l’estate. Che se fossimo un paese normale passeremmo a lavorare e a far ripartire (davvero) il paese, invece di chiudere ogni attività come solo da noi accade nel mese di Agosto. Ma accadrà pure stavolta, solo con tutti in vacanza in Italia. Roba da impazzire, al ritmo di pezzi reggaeton sul Virus. Fino ad arrivare al capodanno 2020 in cui i nostri whatsapp esploderanno di meme sull’anno orribile trascorso. Ma stapperemo nuove bottiglie (rigorosamente di spumante italiano), controllando sulle news a sinistra dell’iPhone a che punto è il nuovo virus cinese di cui ultimamente si parla.Buon anno! Tanto fino a dicembre è solo melina.
