DECRETO ‘CURA ITALIA’. CONTE: ‘PODEROSO, MA SONO PREVISTI ULTERIORI INTERVENTI AD APRILE’
Il decreto appena sdoganato dal Consiglio dei Ministri, in attesa di pubblicazione in Gazzetta, corre in lungo e in largo tra i vari settori dell’economia danneggiati dall’impatto emergenza coronavirus. Misure davvero ragguardevoli, sia per il tenore degli importi resi disponibili, che per l’enorme vastità degli interventi stessi. Tramite la sospensione dei mutui e garanzie statali, l’esecutivo mira a tutelare e sostenere imprese e famiglie alle prese con l’emergenza coronavirus. Sono stati resi disponibili con il Decreto cosiddetto ‘Cura Italia’, circa 25 miliardi, ma saranno attivati altri 340 miliardi di flussi per il credito, ‘per effetto leva’. Conte definisce il decreto ‘poderoso’, ma ammette anche di essere consapevole che le misure non saranno sufficienti. Negli ambienti politici il provvedimento firmato ieri dall’esecutivo è stato definito ‘Decreto marzo’, perché è ormai certo che il mese prossimo ne arriverà un altro, sempre di sostegno per i danni rilevanti subiti dall’economia nel Paese. Il provvedimento previsto ad aprile dovrebbe mirare all’accelerazione degli investimenti in innovazione. In conferenza stampa il Presidente del Consiglio ha illustrato le caratteristiche degli interventi più urgenti, affermando come premessa che: “il Governo è vicino alle imprese italiane, ai commercianti, liberi professionisti e famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza. Ma anche ai giovani, mamme e papà che in questo momento stanno facendo notevoli sacrifici per il bene comune e in particolare per quello più caro, che è la salute di tutti, la salute pubblica.” “Nessuno – ha aggiunto Conte – deve sentirsi abbandonato. L’obiettivo del Governo, fin dall’inizio di questa ‘crisi’ in ambito sanitario e sociale, oltre che economico, è stato quello di sostenere tutti i cittadini attraverso i vari interventi, in particolare con le misure contenute nel decreto ‘Cura Italia’. Le misure sono forti e decise, noi non esauriamo il nostro compito per quel che riguarda il supporto in ambito economico. Siamo consapevoli che il decreto non basterà, ma voglio che i lavoratori, le imprese e le famiglie sappiano che il Governo risponde ‘presente’, e altrettanto farà anche domani.” I cittadini, nonostante gli interventi dell’esecutivo, sono tuttavia preoccupati per le ripercussioni che avrà sull’esistenza di tanti questo difficile periodo di emergenza che sta affrontando la Nazione. Ci si interroga sul ‘dopo’, su chi ricadrà l’onere del debito al quale è stato costretto lo Stato. Con tutti gli strumenti e le misure messe in campo, la ricaduta in futuro dovrebbe essere in qualche modo ammortizzata, a patto che la ripresa, dopo il periodo di prudente ‘quarantena’ e l’allarme contagi, rientrino in un tempo ragionevole. Intanto è giusto al momento concentrarsi sugli effetti delle misure adottate tramite i provvedimenti contenuti nel decreto approvato ieri. In prima linea le garanzie statali e la sospensione dei muti, ma anche il credito d’imposta per botteghe e piccole attività commerciali dovrebbero essere di sostegno, come le risorse stanziate per i collegamenti in ambito aereo (è inoltre in programma la nazionalizzazione di Alitalia), perfino chi lavora alla guida di un taxi sarà tutelato dai danni subiti,. Per affrontare i contraccolpi da impatto coronavirus sulle imprese, il decreto dovrebbe rappresentare davvero una terapia efficace. I 25 miliardi stanziati, come già anticipato, ne attiveranno altri 340 circa per il credito, sempre destinati a mettere in moto la liquidità a favore delle imprese, della quale in questo frangente si ha un gran bisogno. Sono i primi soccorsi, perché ad aprile, il Ministero dello Sviluppo Economico sta per mettere in campo altri interventi, che faranno leva sull’incentivazione di investimenti e innovazione. Il tema “Garanzia statale”, e sospensione mutui, entra in azione con un valore di circa 3 miliardi, sarà rimpinguato il Fondo Centrale di garanzia delle piccole e medie imprese, con 1,2 miliardi, l’estensione è prevista per la durata di 9 mesi. L’accesso sarà gratuito e generalizzato. Le imprese (per ognuna) potranno avere accesso ad un massimo di 5 milioni di euro. E’ inoltre previsto che la percentuale di copertura massima, per interventi di garanzia diretta, sia pari all’80% dell’ammontare di ogni operazione, con un importo massimo garantito, sempre per ogni singola impresa, di 1,5 milioni. Per sostenere le imprese più in difficoltà in termini di bilancio in dissesto, per operazioni fino a 100 mila euro, sarà esclusa la valutazione “andamentale”. Non rientrano le imprese che presentano situazioni di rischio classificate come sofferenze o inadempienze probabili. Il decreto ha previsto interventi speciali per imprese danneggiate dall’emergenza virus, le quali facciano parte di settori e filiere particolarmente colpiti dall’epidemia. In questi casi la ‘quota tranche junior coperta dal Fondo può essere aumentata del 50%, ma anche ulteriormente qualora ne ricorrano le condizioni. Si tratta di misure che saranno estese anche ad imprese che operano in ambito agricolo e pesca. A supporto delle imprese c’è anche Cassa Depositi e Prestiti, che interviene per attivare la liquidità, con una dotazione di 500 milioni di euro, e il garante sarà lo stesso Stato sull’esposizione, per circa l’80%. Cdp garantirà poi il credito liberato dalle banche tramite finanziamenti rivolti alle imprese che hanno subito danni, e non possono accedere al Fondo delle piccole e medie imprese. Prevista un’indennità di 600 euro a marzo per una platea di oltre 4,8 milioni di lavoratori, intervento volto a limitare l’impatto negativo dell’emergenza nel mondo del lavoro. Si tratta di liberi professionisti con partita Iva, titolari di collaborazione coordinata e continuativa, iscritti alla gestione separata, commercianti e artigiani, lavoratori stagionali nel settore turistico e stabilimenti termali, e infine riguarderà gli operai agricoli e lavoratori dello spettacolo. Il ministro del lavoro Catalfo ha comunque dichiarato che si tratta di una prima tranche, facente parte di un intervento complessivo di 3 miliardi, stanziati per autonomi e professionisti, e andrà rinnovato con un altro Dl, qualora l’emergenza allungasse i suoi tentacoli più in là nel tempo. Ad essere coinvolti saranno oltre 300 mila professionisti e collaboratori, ma anche 3,6 milioni di commercianti ed artigiani. L’esecutivo con il provvedimento non ha dimenticato il sostegno ai lavoratori dello spettacolo e quelli che a carattere stagionale svolgono attività nel turismo. Tra le importanti misure del decreto c’è la Cig per tutti, anche per aziende con un solo dipendente. Le misure straordinarie previste a sostegno del lavoro entrano in campo con 10 miliardi. Secondo le precisazioni del ministro dell’Economia, questi importi riguardano il mese di marzo, “ad aprile – ha dichiarato Gualtieri – ci sarà l’altro decreto che riguarderà una possibile riestensione e una rimodulazione dei ristori che si stanno definendo”. Le conseguenze dello ‘tsunami’ coronavirus sono veramente enormi, perché hanno causato un parziale ma devastante blocco dell’attività produttiva nel Paese. Agli ammortizzatori sociali andranno quindi 5 miliardi, ripristinata intanto la Cassa in deroga per tutti i lavoratori anche aziende molto piccole (come accennato). E’ compreso il settore agricolo, che attualmente non beneficia della copertura degli ammortizzatori. Importante il rafforzamento del Fondo di Integrazione salariale, il quale interviene allorché cessa o viene sospeso il lavoro. Prevista, al fine di rendere semplici le procedure, una clausola ‘emergenza Covid-19’, destinata alla Cassa integrazione ordinaria. Sono state riportate solo alcune delle misure contenute nel nuovo Dl che ieri ha ottenuto il via libera dal Cdm. Il provvedimento ora attende la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Per una più completa visione degli interventi, qui di seguito si allega il link relativo alla sintesi della versione integrale del decreto “Cura Italia”:
