L’IDIOTA È UN PERICOLOSO ALLEATO DEL CORONAVIRUS

L’IDIOTA È UN PERICOLOSO ALLEATO DEL CORONAVIRUS

È in corso una pandemia globale che dovrebbe spaventare tutti, ma in effetti spaventa solo molti, altri forse non hanno capito o forse hanno dei limiti incolmabili, in ogni caso sono degli idioti. Questi soggetti sono probabilmente una minoranza, ma una minoranza davvero pericolosa, perché sono tra i migliori alleati del virus che sta impazzando per il mondo, aiutandolo a fare danni maggiori e, se possibile, più morti. Semplice sono quelli che mettono in circolazione fake news mediche attribuendo dotte citazioni ad operatori sanitari, qualche volta persino reali anche se inconsapevoli, od infermieri ed altro, l’importante è attribuire autorevolezza a quello che si dice. Non è un fenomeno nuovo, le fake news affliggono il web da quando sono nati i social network e tutti i mezzi di comunicazione che mettono in contatto tra loro le “schiere di imbecilli” che, come diceva Umberto Eco, hanno pensato di avere “lo stesso diritto di parola di un premio Nobel” e la stessa autorevolezza, aggiungerei io. Ma non solo, tra coloro che esprimono apertamente la loro idiozia e quelli che si nascondono dietro false notizie ci sono tipi di tutti i generi, approfittatori di ogni sorta che spesso per la sola soddisfazione di avere creato un messaggio “virale” fanno danni incalcolabili agli altri ed alla società. Carlo Maria Cipolla, Professore Emerito di Storia Economica a Berkeley, nel saggio “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, cita a corollario della sua terza, aurea e fondamentale legge che “una persona stupida è più pericolosa di un bandito”, questo perché se un bandito è prevedibile in quanto genera danni ad altri per ottenere benefici per sé stesso, uno stupido non lo è affatto, in quanto “causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita”, chi farebbe una cosa simile se non uno stupido? Ma se questa massa di idioti che genera danni si limitasse a dire che la terra è piatta ed a dimostrarlo con esempi fantasiosi il danno sarebbe minimo, invece esagerare come solo costoro sanno fare durante una pandemia può essere persino letale per molti. Non servono tanti esempi, solo nei giorni scorsi girava sui social e nei messaggi privati un testo attribuito al Prof. Walter Pascale del IRCS ospedale Galeazzi di Milano (che esiste realmente) nel quale, dopo una spiegazione sommaria di come funzionerebbe l’infezione e del perché a causa dei ricettori umani l’incidenza di pazienti sarebbe maggiore negli uomini, specie in quelli asiatici, si incolpavano farmaci ipertensivi ed antinfiammatori come principale causa di complicazioni più gravi persino nei giovani. Da evitare aspirina, ibuprofene, naprossene, voltarene (diclofenac), consentito solo paracetamolo e poi descrizione di come in altri stati, quindi incontrollabili, proprio questi famaci abbiano favorito la malattia e chiudendo con l’affermazione del supporto alla tesi del ministero della salute. L’istituto Galeazzi ed il prof. Pascale provvedevano in fretta a smentire e denunciare, ma nel frattempo il messaggio diventato “virale” era già stato letto da moltissime, troppe persone e replicato persino da qualcuno solitamente più attento, una notizia plausibile può scappare talvolta, facendo diventare il problema quanti leggeranno la smentita? Sembra un gioco, ma questa volta non lo è, al punto che persino la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa ha sentito la necessitò nel proprio sito web di pubblicare l’annuncio “In relazione alle recenti notizie apparse sulla stampa laica relative ad una presunta relazione tra assunzione di terapia farmacologica antiipertensiva (Ace-inibitori, sartani) e rischio di infezione da coronavirus, la Società Italiana dell’ Ipertensione Arteriosa – Lega Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa (SIIA) comunica che allo stato attuale delle conoscenze scientifiche la suddetta relazione rappresenta solamente una ipotesi di lavoro e di ricerca che non deve assolutamente portare il paziente iperteso a sospendere la terapia antiipertensiva.” Ecco fatto, è bastato che qualche idiota pensando di giocare associasse “autorevolmente” un farmaco alla malattia che moltissimi veri malati, spaventati dagli effetti negativi citati, pensassero di sospendere le proprie terapie salvavita, rendendo l’effetto virale informatico della fake news un potente alleato del vero virus, virus virtuale più virus reale in un mix potenzialmente letale, infatti nello stesso comunicato “La SIIA raccomanda comunque ai pazienti ipertesi di non modificare la terapia antipertensiva che si è dimostrata nel corso del tempo in grado di proteggere i pazienti dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari, quali l’infarto miocardico, lo scompenso cardiaco, la morte improvvisa, l’ictus cerebrale e l’insufficienza renale.” Un iperteso che creda senza informarsi oltre a questa fake news potrà quindi avere maggiori complicazioni cardiovascolari se sarà contagiato e meno speranze di uscirne facendo di chi l’ha diffusa un vero e proprio killer per via informatica. Ma se la madre degli idioti è sempre incinta e se la legge non può fare molto contro questi idioti criminali sta ad ognuno di noi controllare sempre e molto bene tutto quello che diffondiamo prima di farlo, o, in altre parole, prima di aprire bocca (o di cliccare su inoltra) controllare che il cervello sia collegato.