CORONAVIRUS. TRAGEDIA SPAGNOLA, LA SITUAZIONE E’ FUORI CONTROLLO

CORONAVIRUS. TRAGEDIA SPAGNOLA, LA SITUAZIONE E’ FUORI CONTROLLO

Una vecchia gag di Dario Fo, dei tempi in cui la Spagna era sottomessa al caudillo Francisco Franco, vedeva un italiano abbracciare uno spagnolo appena conosciuto. “Perché lo fai”, gli domandava lo spagnolo? E l’italiano rispondeva “Perché finalmente ho trovato chi è nella merda più di me”. Una considerazione sicuramente scorretta, ma inevitabile se si guarda la crescita del virus negli ultimi dieci giorni. Più che triplicato in Italai, più che quintuplicato in Francia (cosa normale perché è fisiologico che col crescere del numero dei casi aumenti il denominatore e si riduca di qualcosa il tasso di crescita). Niente affatto invece fisiologica la mostruosa crescita della Spagna. In dieci giorni il numero dei contagi è quasi decuplicato: da 1200 a 11300. Qualcosa di impressionante, di cui i media, più interessati ad altre nazioni europee, non hanno colto a sufficienza il rilievo. Mi scrive una mia ex allieva, borsista in una prestigiosa università spagnola, che la situazione è completamente fuori controllo. Mentre da noi ci si domanda quando ne verremo fuori, da quelle parti prevale la sopravvivenza del giorno per giorno. Tutto è precipitato nel giro di tre giorni. Pure Madrid aveva visto triplicare in un giorno i suoi casi. Una catastrofe per un’area metropolitana, come noi ben sappiamo, giustamente angosciati dalle crescite che possiamo registrare a Torino come a Milano, a Roma come a Genova. Il virus in una metropoli è una vera bomba batteriologica, ma oltre a questo la sua esplosione è stata recepita in Spagna con un ritardo che sta avendo conseguenze terrificanti. Ancora sabato in molte città i parrucchieri erano aperti, considerati come un servizio di prima necessità. La gente riempiva bar e negozi come se nulla stesse accadendo. Quando è arrivato il decreto è stato come un fulmine a ciel sereno. Polizia a contenere il caos nei quartieri di tutte le grandi città, tanto più nei quartieri dei gitani. Assalti ai supermercati, svuotati a più riprese, per due o tre giorni di seguito senza una ragione che non fosse il terrore. Nella tragedia l’assurdo spettacolo di gente che esce dai negozi con venti pacchi di yogurt, kili e kili di carne, rotoli di carta igienica fin sopra ai capelli. Un circolo vizioso: il caos alimenta i contagi; la diffusione dei contagi aumenta il caos. Spagna senza una direzione in cui andare, mentre l’Europa sta a guardare, pensando ciascuno ai fatti propri. Oggi una proposta di Conte di emettere coronavirus bond per finanziare la ripresa è stata vista dai tedeschi con la puzza sotto il naso, preoccupati come sempre di doversi fare carico degli italiani spendaccioni. Ma alla Spagna questi discorsi possono sembrare strani. C’è da tirare avanti fino a domani. Il dopodomani è solamente un’ipotesi. Ma noi non illudiamoci di essere poi tanto meglio. Ciascuno, su questo pianeta, impazzisce a modo suo.